C’è chi parla di crisi, chi di incomprensioni, chi di sfortuna. Ma nel dopo Bahrain, tra i box McLaren, la sensazione è una sola: il vento sta cambiando. Non è una tempesta, ma una lenta e silenziosa virata. Ed è Oscar Piastri a tenerne il timone. Perché se a Lando Norris è stata data fiducia, lo stesso appare spento, insofferente, a tratti smarrito. Il giovane australiano invece prende forma: la seconda pole in carriera, un missile sotto al sedile e sempre più a suo agio in macchina. E in McLaren se ne stanno accorgendo eccome. O forse hanno sempre finto di non vedere.
La sorpresa, ma poi neanche tanto, di Oscar Piastri
Niente fuochi d’artificio, nessun proclama, ma prestazioni consistenti. Una lettura lucida delle situazioni e soprattutto una serenità che spicca tra le righe dei team radio e delle dichiarazioni post-gara, che denota una maturità senza inganni. Piastri è così, senza giri di parole, ma solo giri di pista. Veloci e senza dubbio i migliori. Perché anche quando il pilota è dietro e lascia sembrare che la sua sia una situazione difficile, basta una stoccata e finisce a segno: pole position, P1 e festeggiamenti.
Nel frattempo, Norris esce dal weekend bahreinita con parole dure verso se stesso. “Ho sbagliato troppo, è stata una gara disastrosa”, ammette il britannico, quasi offeso dalla sua performance e da quella del muretto, deluso da una vettura che pare non rispondere ai suoi comandi. Nonostante una prima vittoria stagionale, pare Oscar quello che porta a casa punti e conferme. E quel primo posto in classifica piloti di Lando è davvero agli sgoccioli di uno scacco matto prossimo. La differenza più evidente, per ora, non è nel cronometro ma nell’attitudine. E forse, nel modo in cui entrambi stanno vivendo questo nuovo equilibrio interno.
🎙️ | oscar’s post race interview in bahrain!
— Piastri News🍊 (@PiastriNews) April 13, 2025
🐨: “…it’s been a great weekend starting with qualifying […] and then the race today, i felt like we had it under control. very proud of the team for giving us a great car, proud of myself for putting a good weekend together…” pic.twitter.com/13fAroztX5
Il peso delle aspettative
Perché Lando Norris sarà pure il pilota esperto, di talento indiscutibile e volto simbolo di McLaren negli ultimi anni, ma sta attraversando un momento strano. Eccelle nelle prove libere, si dimostra incredibile nelle qualifiche, e poi? Nelle sue dichiarazioni lascia trasparire una profonda frustrazione, non solo per i risultati, ma per una sensazione più difficile da definire: quella di non riuscire a entrare in sintonia con la macchina, con il weekend, con se stesso. Una cosa che già l’anno scorso pareva combattergli dentro e che si pensava stesse risolvendo con un atteggiamento più combattivo.
Perché oggi bisogna essere più o al pari di Max Verstappen per riuscire a essere eroi. “Queste McLaren sono davvero veloci!”, ha affermato Gasly in un team radio, ma bisogna che lo sia anche chi porta il casco, altrimenti restano vittorie passeggere. E negli anni, senza starci a mentire, se ne sono viste di ogni (che non si faccia la fine del buon Ricciardo!). Più volte, negli ultimi giorni, ha detto di non sapere spiegare cosa non stia funzionando. E quando un pilota non riesce a darsi risposte, il problema si fa più grande. Un problema che non pare così palese nella mente Piastri, visto che, al contrario, non cerca risposte perché sembra già averle. O almeno, si muove come se le avesse trovate.
A podio ma con altri obiettivi: la crisi di Norris
Piastri non è ancora il leader di McLaren, ma si comporta come qualcuno che sa dove vuole andare, a differenza di Norris. Diciamocela tutta, sta guadagnando terreno in modo sottile, ma costante. In qualifica tiene testa, in gara capitalizza. Non fa errori grossolani, non si lascia sopraffare. E, dettaglio non da poco, non sembra affatto intimorito dall’ombra di Norris, sebbene tra i due vi sia un ottimo rapporto.
Il dualismo interno in McLaren inizia così a farsi interessante. Per anni, Lando è stato la punta di diamante di un progetto ambizioso, costruito su di lui. Ma oggi quel ruolo non è più esclusivo. Non perché il team abbia deciso di detronizzarlo, ma perché Oscar si sta ritagliando lo spazio con naturalezza, senza forzature. Quando questo accade in Formula 1, non c’è da stupirsene. È solo questione di tempo prima che anche la squadra lo riconosca.
Quello che si nota, infatti, non è solo la performance sul giro secco o il ritmo gara. Ma è il linguaggio del corpo, il tono con cui si parla via radio, la gestione del fine settimana. Norris è più incline all’errore, alle false partenze, alla pressione della pole, meno lucido. Non perché sia meno bravo. È un pilota degno di nota, ma si lascia indebolire dall’alterarsi dei piatti della bilancia: se uno si fa più solido, l’altro vacilla. Lasciando che sia la vettura a decidere in quel caso, e non più lui. E quando la vettura non sembra collaborare… ecco qua.
GP del Bahrain 2025: punto di svolta?
Non è che il Bahrain di questa stagione 2025 sia simbolicamente il battesimo ufficiale del pilota migliore di casa Papaya. Con il senno di poi, non parliamo di una disfatta per Lando, né di un trionfo per Oscar, ma di un passaggio chiave in cui le linee si avvicinano, forse si toccano, ma forse iniziano anche a invertirsi. McLaren è consapevole delle differenze tra Norris e Piastri, ma sa di poter ottenere consistenza da entrambi e quindi li lascia fare.
E allora, la vera domanda diventa: cosa sta succedendo davvero a Lando Norris? Ha libertà di agire, ma fatica con la nuova filosofia del team, un’auto che quest’anno richiede più disciplina in ingresso curva, una gestione più aggressiva ma controllata del posteriore. D’altro canto Piastri sembra aver trovato il modo e la quadra di McLaren, mentre Lando ancora no. Eppure, non può essere tutto qui.

Chi guiderà la svolta McLaren per davvero?
Il rischio è che questo malessere del numero 4 diventi spirale. Perché saranno pur veri i sorrisi da podio, perché tutti quando si portano a casa il trofeo son felici, ma quando un pilota inizia a dubitare di sé, anche il team fatica a trovare la chiave giusta per supportarlo. E se nel frattempo il compagno cresce, si crea un cortocircuito che in passato abbiamo già visto altrove: Ricciardo vs Verstappen, Vettel vs Leclerc, Hamilton vs Russell. La McLaren, intanto, cammina su una linea sottile. Da un lato deve proteggere il britannico, garantirgli fiducia e tempo. Dall’altro, non può ignorare il potenziale che l’australiano sta mostrando. È un campionato lungo, serrato, dove ogni punto conta e chi porta più risultati, merita semplicemente più spazio.
Per ora, la scuderia gioca a tenere tutto sotto controllo, con dichiarazioni equilibrate e grande attenzione alla diplomazia. Ma i numeri e le sensazioni parlano chiaro: Piastri sta crescendo, Norris sta cercando una via d’uscita e tra le curve del deserto, a Sakhir, forse abbiamo intravisto l’inizio di una nuova fase McLaren. Magari la vedremo progredire nelle prossime gare ma Piastri non è più solo il giovane promettente di casa McLaren, è un protagonista credibile e Norris deve decidere se farsi superare o rilanciarsi. Il tempo per rispondere nella categoria regina non è mai troppo. Ma la stagione è ancora lunga…