La recente decisione di Alpine di rinunciare ai motori Renault a partire dal 2026 e passare ufficialmente ai motori Mercedes ha generato forti polemiche, soprattutto tra i dipendenti dello storico stabilimento di Viry-Châtillon. Con l’annuncio che la scuderia francese si affiderà alle power unit del costruttore tedesco, il futuro del sito produttivo e dei suoi lavoratori appare incerto. In risposta, i rappresentanti del personale hanno diffuso una dura lettera di protesta, denunciando la perdita di posti di lavoro e l’abbandono di un motore già in fase avanzata di sviluppo.
La decisione di abbandonare i motori Renault per Mercedes
La scelta di Alpine di abbandonare la produzione delle proprie power unit era nell’aria da tempo, ma ora è ufficiale: dal 2026 il team sarà motorizzato Mercedes. Le difficoltà economiche legate allo sviluppo delle nuove power unit previste dal regolamento del 2026 hanno portato il Gruppo Renault a optare per una soluzione più sostenibile: diventare un team cliente, seguendo il modello già adottato da McLaren.
Alpine, che aveva sempre fatto affidamento sui propri propulsori, ha deciso di cambiare strategia per rimanere competitiva in un contesto sempre più complesso e dispendioso. Tuttavia, la scelta di dire addio alla tradizione dei motori Renault ha sollevato critiche e preoccupazioni, soprattutto tra i lavoratori dello stabilimento di Viry-Châtillon, che vedono nel futuro uno scenario sempre più incerto.
La lettera di protesta dei dipendenti di Viry-Châtillon
I rappresentanti dei lavoratori di Viry-Châtillon non hanno tardato a reagire alla decisione di Renault, diffondendo una lettera di protesta in cui esprimono la loro delusione e preoccupazione per le conseguenze che questa scelta avrà sul futuro dell’azienda e dei dipendenti.
“La scelta di fermare la produzione di motori per la Formula 1 dal 2026 è stata presa dal Gruppo Renault con l’obiettivo di ridurre i rischi finanziari, ma senza condurre una seria analisi sugli effetti che questa decisione avrà sulle vendite future e sul prestigio del marchio,” si legge nella dichiarazione. I lavoratori criticano inoltre la mancata esplorazione di soluzioni alternative, come le partnership, che avrebbero consentito di ridurre i costi senza rinunciare alla produzione dei motori.
La lettera sottolinea anche il rammarico per l’abbandono del motore RE26, già in fase avanzata di sviluppo, che non vedrà mai la luce in pista. “Alpine si sta privando di un motore già promettente e ampiamente sviluppato,” scrivono i dipendenti, ribadendo la loro contrarietà alla scelta della dirigenza.
Conseguenze sul piano occupazionale e incognite future
Uno degli aspetti più critici della decisione è l’impatto sui posti di lavoro. I dipendenti di Viry-Châtillon vedranno una drastica riduzione della forza lavoro, con il numero di occupati che passerà da 500 a 334 entro il 1° gennaio 2025. Molti contratti di fornitori esterni verranno annullati, con un effetto domino che porterà alla perdita di circa 100 posti di lavoro indiretti entro la fine del 2024.
“Con la fine dei contratti dei fornitori, perderemo circa 100 posti di lavoro indiretti,” affermano i rappresentanti dei lavoratori. A questo si aggiunge la chiusura di iniziative come il concorso di eccellenza meccanica (CEMA), promosso dal Ministero del Lavoro e dell’Istruzione, che aveva un ruolo cruciale nella formazione di giovani talenti e nella promozione della diversità.
Critiche alla gestione del nuovo progetto “Hypertech Alpine”
Nonostante Renault abbia proposto il trasferimento dei dipendenti al nuovo progetto “Hypertech Alpine”, che mira a sviluppare tecnologie ibride ed elettriche, i lavoratori hanno espresso dubbi sulla sostenibilità e concretezza di questo piano. La mancanza di chiarezza sulle risorse destinate a questo progetto e sull’effettiva stabilità occupazionale dei dipendenti coinvolti è stata sottolineata nella lettera.
Inoltre, i rappresentanti hanno espresso preoccupazioni sul futuro del reparto F1 di Alpine, evidenziando che il personale previsto per la cosiddetta “unità di monitoraggio F1” appare insufficiente per un eventuale ritorno del team come motorista in futuro.
“La dimensione dell’unità di monitoraggio F1 sembra inadeguata e mette in dubbio il ritorno di Alpine come costruttore di motori nel lungo termine,” si legge nella dichiarazione, concludendo che la decisione di abbandonare la produzione di power unit è un passo che priva il team della sua storia sportiva.
Un futuro incerto per lo stabilimento di Viry-Châtillon
La lettera dei dipendenti si chiude con un appello alle autorità pubbliche affinché difendano la sostenibilità dell’occupazione presso lo stabilimento di Viry-Châtillon. La preoccupazione dei lavoratori è che la chiusura del programma motori F1 possa avere ripercussioni a lungo termine sul futuro del sito produttivo, con la perdita di competenze chiave e la fuga di talenti.
Nonostante i tumulti degli ultimi mesi, il team di Viry ha continuato a sviluppare il motore del 2026, dimostrando un impegno straordinario. Tuttavia, la decisione di fermare la produzione dei motori F1, controcorrente rispetto alla storia e alle ambizioni di Alpine, rischia di privare la scuderia di un futuro promettente e di compromettere la competitività del marchio.