Come aveva anticipato Bruno Famin dopo l’addio, Alpine ha deciso di mettere fine alla sua lunga tradizione di motori di propria produzione in Formula 1 a partire dal 2026: la squadra francese, di proprietà del Gruppo Renault, ha annunciato che diventerà un team cliente, affidandosi a un fornitore esterno per le sue power unit. Si tratta di una scelta storica che mette fine a decenni di motorizzazione “fatta in casa”. Una decisione che sancisce la chiusura del programma F1 dello stabilimento di Viry-Châtillon, da sempre cuore pulsante della produzione dei motori Renault.
La fine di un’epoca per i motori Renault
Per Alpine, abbandonare i motori Renault rappresenta una svolta decisiva. Il team, che dal 1977 ha conquistato ben 12 titoli mondiali costruttori e 11 titoli piloti con i suoi propulsori, si trova ora costretto a guardare oltre. La storica fabbrica di Viry-Châtillon, che ha visto nascere alcuni dei motori più vincenti nella storia della Formula 1, non produrrà più power unit per le monoposto Alpine dal 2026.
Questo cambiamento è stato deciso dopo anni di difficoltà legate alle prestazioni della power unit francese, che ha faticato a competere con i rivali, e senza un team cliente su cui poter fare affidamento per accelerare lo sviluppo. L’abbandono del programma motori in Formula 1 pone dunque fine a una tradizione che per decenni ha segnato la presenza del marchio Renault nel Circus.
Viry-Châtillon: il futuro incerto dello stabilimento
Con la decisione di non produrre più motori per la Formula 1, il futuro dello stabilimento di Viry-Châtillon appare incerto. Secondo quanto riporta Motorsport.com il sito, che occupa circa 360 lavoratori, sarà trasformato in un centro di ricerca per lo sviluppo di tecnologie ibride ed elettriche. Ma anche per la produzione di motori destinati alle competizioni endurance, come il WEC. Alpine ha inoltre specificato che la chiusura del programma F1 non porterà a un ridimensionamento delle attività e a un impatto sul piano occupazionale. E che anzi, a tutto il personale attuale di Viry verrà garantito un posto di lavoro.
Negli ultimi mesi, i rappresentanti dei lavoratori di Viry-Châtillon hanno cercato di contrastare questa decisione, proponendo soluzioni alternative che garantissero la continuità della produzione di power unit per il 2026. Anno in cui il regolamento tecnico della Formula 1 subirà un cambiamento significativo. Tuttavia, queste proposte non sono state sufficienti a convincere i vertici del Gruppo Renault.
Mercedes, la principale candidata
Con l’addio ai motori Renault, Alpine si prepara a diventare un team cliente. Mercedes sembra essere il principale candidato per la fornitura di power unit a partire dal 2026. Sebbene l’accordo non sia ancora stato ufficializzato, la partnership con Mercedes garantirebbe ad Alpine un motore competitivo, affidabile e già testato in pista. Permettendo al team di concentrarsi sul miglioramento delle altre aree della monoposto.
L’eventuale accordo tra Alpine e Mercedes risulterebbe interessante dal punto di vista strategico, considerando che le due case automobilistiche hanno collaborato nel passato, anche se non in ambito sportivo. Questo tipo di collaborazione potrebbe garantire ad Alpine un ritorno nelle prime posizioni dopo anni di difficoltà legate alle prestazioni non esaltanti della power unit Renault.
Le ragioni dietro la scelta
La decisione di abbandonare i motori di propria produzione non è stata presa a cuor leggero. Il Gruppo Renault ha valutato attentamente i costi legati allo sviluppo di una nuova power unit. Anche in vista delle modifiche regolamentari previste per il 2026. Concludendo che l’investimento richiesto sarebbe stato troppo elevato. Con un risparmio stimato di circa 120 milioni di euro all’anno rispetto ai costi attuali, l’acquisto di una power unit da un altro costruttore sembra essere la soluzione più vantaggiosa.
Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, ha cercato di rassicurare i dipendenti del team Alpine, sottolineando che la decisione presa non pregiudica il futuro del team di Formula 1. Ma che anzi mira a renderlo più competitivo in un contesto sempre più complesso e dispendioso. Tuttavia, questa scelta segna la fine di un’epoca per la Renault e pone nuove sfide per il futuro.
Fonte: Motorsport.com