Jock Clear, ingegnere e direttore della Ferrari Driver Academy, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alle difficoltà riscontrate dal team di Maranello quest’anno. Gli aggiornamenti fallati potrebbero in parte essere ricondotti a una discrepanza tra i dati emersi dalla galleria del vento e quelli raccolti in pista.
Difficoltà Ferrari: Jock Clear sulle correlazioni tra dati e pista
Ci sono due stagioni diverse per Ferrari quest’anno. La prima termina a Montecarlo, con Leclerc non distantissimo da Max Verstappen in classifica piloti. La seconda inizia a Barcellona, con un corposo pacchetto d’aggiornamenti che non ha portato i risultati sperati. Gli sviluppi portati in Catalogna riguardavano principalmente il fondo e il retro-treno della vettura, nella speranza di poter generare un maggior carico aerodinamico. Questo guadagno c’è effettivamente stato, ma al contempo ha portato la vettura a soffrire di un rimbalzo aerodinamico notevole, meglio conosciuto come “bouncing”. Un effetto collaterale dovuto probabilmente, come ha ben spiegato Federico Albano, all’incapacità delle sospensioni Ferrari, pensate rispetto al progetto originale della SF-24, di non supportare l’aumento del carico aerodinamico.
Per l’ennesima volta la Ferrari è stata quindi costretta a compiere dei passi indietro, costringendo Sainz e Leclerc a correre con le vecchie specifiche nei GP d’Austria e Inghilterra, ritrovando una certa competitività solamente da Spa in poi. Vedremo, alla fine di questa piccola pausa invernale, se a Maranello avranno trovato un progetto di crescita costante e se soprattutto la SF-24 sarà in grado di competere con McLaren anche ad Austin, dove le curve veloci, tallone d’Achille delle rosse, sono numerose.
In questo 2024 però non solo Ferrari è incappata in aggiornamenti fallaci. Stessa sorte per Racing Bulls, che sempre da Barcellona ha perso molto in termini di prestazione, ma vale anche per Mercedes, che dopo aver vinto a Silverstone e Spa pare sia tornata alle spalle di McLaren, Ferrari e Red Bull. Quest’ultima però presenta il caso più eclatante, con il team austriaco che è passato a ricoprire il ruolo di terza forza nel mondiale.
Clear sulle simulazioni: “Precisione assoluta impossibile con vetture basse”
Da quando è in atto il regolamento vigente dal 2022, le vetture hanno tutte sofferto, a turno chi più e chi meno, di questi effetti rimbalzanti o di problemi con il bilanciamento delle monoposto. Il lato positivo di tutto questo è che le prove libere del venerdì e del sabato, soprattutto quest’anno, si sono rivelate ancora più fondamentali del solito. Red Bull, lavorando tanto sull’assetto nel fine settimana di Singapore, è riuscita a ribaltare la situazione. E così, sfruttando anche gli errori degli avversari, ha portato a casa un insperato secondo posto. In un contesto del genere si fa sempre più cruciale il lavoro fatto in fabbrica. Il lavoro fatto nelle gallerie del vento, le simulazioni e i dati raccolti, sono quindi fondamentali per portare aggiornamenti e preparare assetti.
Non sempre però tutti questi elementi riescono a trovare una giusta correlazione. Virtuale e pista reale non sempre si incastrano a dovere, come dichiarato da Jock Clear. “Di tanto in tanto ci troviamo di fronte a discrepanze tra la galleria del vento e la pista. Stiamo già aspettando la prossima, so che prima o poi si ripeterà.” Questo perché le piste dei circuiti possono presentare una certa dose di varianti, difficilmente riproducibili in fabbrica. La tipologia dell’asfalto, le sue condizioni e le sue temperature, così come la reazione che la vettura può avere su un determinato tipo di cordoli. Tutti questi elementi complicano le previsioni, soprattutto quando le vetture, come quelle di queste generazione, si ritrovano ad avere un fondo molto vicino all’asfalto.
“Finché le auto sono abbastanza staccate dalla superficie dell’asfalto non è difficile ottenere una buona correlazione dati. Ma dato che la differenza a livello di deportanza generata la si fa nei cinque millimetri che separano l’asfalto dal fondo della vettura è quasi impossibile avere una precisione del 100%“. Così Clear ai microfoni di Auto Motor Und Sport. L’ingegnere ha comunque ribadito l’importanza di questi strumenti. “Non è che sono migliorati i nostri strumenti. Sono identici a quelli che avevamo prima di Barcellona, ma abbiamo capito e interpretato alcuni elementi in modo diverso. Il bouncing si innesca quando si ha troppo carico aerodinamico. Tutto dipende da come ci si avvicina a questo limite senza superarlo. Questo perché il carico aerodinamico serve solo se la vettura resta stabile, solo così il pilota può trarne benefici.”
Fonte dichiarazioni: Formulapassion.it