Fa caldo a casa, fa caldo in Spagna. E anche se siamo ancora a Barcellona, sembra che il circuito sia già nostalgico: è l’ultima volta prima del grande trasloco madrileno del 2026. E allora, mentre il Montmeló comincia a salutare, le FP3 iniziano in sordina per questo GP in Spagna, pronti alle qualifiche di oggi pomeriggio.
Zero botti (per ora)
Ma boati sì: Fernando Alonso è il primo a scendere in pista e il pubblico si fa sentire. Nei primi dieci minuti, però, è tutto fermo: silenzio ai box, silenzio in pista. C’è più movimento durante le pulizie di primavera che tra quei cordoli. A 39 minuti dalla fine si svegliano un po’ tutti. Girano quasi tutti, restano ai box le Haas, Lawson, Tsunoda e Bortoleto che aveva già fatto un’apparizione lampo nei primi 5 minuti. I big iniziano a marcare il territorio. Tra Hamilton e Leclerc pochi decimi, quasi tutti su gomma media, a eccezione di chi preferisce non svelare le carte.
Secondo Pirelli, la strategia ideale dovrebbe ruotare attorno alle soft — con, al massimo, un passaggio le medie — e almeno due pit stop obbligati. Ma in queste FP3 ognuno sembra farsi i conti in tasca per conto suo. Le interpretazioni sono tante quante le vetture in pista. Nonostante il regolamento FIA cerchi inoltre di equilibrare le cose, soprattutto a livello di ali posteriori, la McLaren se ne frega e resta prima. E i distacchi parlano chiaro.
Mentre molti team sembrano ancora intenti a trovare compromessi tra assetto e gestione gomme, a Woking tirano dritto. Tutti, tranne forse Oscar Piastri, che a un certo punto si ritrova con la macchina parcheggiata e i meccanici intenti a smontargli mezzo sedile. Non esattamente la definizione di “sessione produttiva”.
Nessuno schianto, solo 20 vetture a girare
Ma diciamolo: non è successo letteralmente nulla. Si è parlato, sì: di ali nuove, di quanto possono incidere, delle Mercedes che sembrano ancora in cerca della formula magica, sui loro nuovi fondi per tenere fuori lo sporco, della McLaren che appare sempre più solida. Ma in pista? Niente drammi, niente spettacoli.
Unico colpo di scena: Lando Norris va lungo in Curva 9, tradito da un retrotreno che non avvisa – lo lascia lì, tipo “arrivo subito” e poi sparisce. Fortuna che la via di fuga è ampia e salva tutto. Nel finale tutti provano la gomma rossa. Si cerca di capire, si segue l’istinto, si insegue il compagno di squadra, ma sempre con delicatezza: nessuno stressa troppo la macchina, Oscar Piastri in primis, che sembra danzare tra le curve per non rovinare gli pneumatici.

Ultimo sussulto (si fa per dire): piccolo qui pro quo tra Leclerc e Hamilton. Sciarada sulla scia: Leclerc voleva far passare? Dare la scia? Giocare a nascondino? Boh. Ma tutto questo è colpa del muretto Ferrari che sta bullizzando il campione britannico (si può dire questo?). Alla fine, il più veloce è Oscar Piastri, seguito da Norris, Leclerc, Russell e Verstappen. E anche questa tisana al finocchio è finita, sperando che qualifiche e gara ci diano un po’ più di pepe. E voi, avete schierato?