Dmitry Mazepin, vecchia conoscenza della Formula 1, è stato avvistato nel paddock del Bahrain durante i test pre stagionali. Le motivazioni della sua presenza non sono note. Proviamo a capire insieme cosa c’è dietro una visita che potrebbe essere tutt’altro che di cortesia o dettata dalla passione per il motorsport. Sospetto, soprattutto, il suo breve incontro con Oliver Oakes, team principal di Alpine.
L’ombra di Mazepin: in Bahrain durante i test
Dove eravamo rimasti? Ah sì: febbraio 2022, la Russia di Vladimir Putin invade l’Ucraina. Il mondo occidentale per protesta verso gli invasori attua tutta una serie di sanzioni, economiche e non, nei confronti di aziende e, in questo caso, anche di personaggi sportivi. Un effetto a catena che coinvolge anche la Formula 1. In particolar modo la Haas, scuderia americana al tempo finanziata da Uralkali, industria russa di fertilizzanti di Dmitry Mazepin. Quest’ultimo, ancora oggi, è uno degli oligarchi fedelissimi al presidente Putin e, proprio per questo, la Haas si sentì costretta a rifiutare la ricca sponsorizzazione e a licenziare a poche settimane dall’inizio del mondiale Nikita Mazepin.
Negli ultimi due anni e mezzo la relazione tra la famiglia Mazepin e la Formula 1 si è consumata freddamente nei tribunali. Le vicende giudiziarie hanno coinvolto padre e figlio contro la Haas, la quale, è stata costretta a restituire le somme che lo sponsor Uralkali aveva anticipato per la stagione 2022. Infine, il Consiglio dell’Unione Europea ha estromesso il nome di Nikita Mazepin dalla blacklist che lo vedeva figurare insieme ad altre 2000 persone e organizzazioni vicine, in diverso modo, al presidente Putin. Le sanzioni prevedevano il divieto di ingresso nei paesi dell’UE e il congelamento dei propri beni. Mazepin era finito in questa lista per essere il figlio di un oligarca, motivazione poi risultata troppo blanda.
Nonostante le diatribe legali si siano risolte a favore del ventiseienne Nikita, l’ex pilota Haas non proseguirà più la sua carriera da pilota. Il giovane russo si dedicherà ad altri sport, come il pugilato ad esempio. Non una grande perdita per la F1, vista la sua scarsa competitività e le sue continue scorrettezze dentro e fuori la pista. Discorso totalmente differente per il padre Dmitry, che è stato avvistato nel paddock durante i test pre stagionali in Bahrain. Ora però i dubbi sono i seguenti: come Mazepin ha ottenuto il pass e soprattutto il motivo della sua visita.

Mazepin e quel legame con Oliver Oakes, team principal di Alpine
La presenza di Dmitry Mazepin ha colto tutti di sorpresa all’interno del paddock. Probabilmente, come ipotizzato da Ian Parkes di RacingNews365, l’uomo è riuscito ad ottenere un pass circolare e non nominativo per sé e per suo figlio di dieci anni. Questo stratagemma dovrebbe avergli consentito di entrare nel paddock senza richiedere alcuna approvazione e, soprattutto, senza annunciare la sua presenza a team e giornalisti.
Passiamo ora al motivo della visita di Mazepin. Le modalità che potrebbe aver scelto per entrare nel paddock durante i test lasciano presagire che l’uomo d’affari d’origine bielorussa non volesse attirare troppe attenzioni. Il mistero quindi si infittisce, soprattutto se consideriamo un breve scambio avuto con Oliver Oakes, attuale team principal di Alpine. I due, a quanto pare, sono legati da una lunga amicizia. Oakes è stato fondatore e direttore della Hitech GP, scuderia britannica che corre nelle categorie minori di Formula 3 e Formula 2. Nikita Mazepin ha gareggiato per Hitech, con il padre Dmitry che, prima della guerra tra Russia e Ucraina, è stato anche il proprietario del team. Dopo l’inizio del conflitto però, Mazepin ha ceduto nuovamente le quote a Oakes.
Successivamente, così come Andretti anche la Hitech GP ha provato ad accedere alla Formula 1, tentativo che però si è concretizzato in nulla di fatto. Dietro la candidatura del team inglese però si sospettava al tempo che ci fosse ancora il sostegno della famiglia Mazepin, nonostante le sanzioni in vigore. Per questo, quando Oakes è stato nominato team principal di Alpine, si è pensato che fosse un modo per far rientrare nella massima categoria l’Hitech GP tramite il team francese di F1.
Alpine in futuro legata a Mazepin?
“Sì, l’ho salutato. No, non l’ho incontrato. Sì è un mio amico ed ero con lui in Hitech. Lui era qui per incontrare un suo amico. Bello è stato vederlo. Non aggiungerò altro. Il mondo è un posto pazzo“. Queste sono le parole di Oakes in merito al suo incontro con Mazepin, riportate da Motorsport.com. Quasi un no-comment leggermente più articolato. Non ci sono abbastanza prove per certificare un papabile ritorno della famiglia Mazepin in Formula 1, bensì unendo qualche puntino si possono costruire alcune ipotesi.
Alpine, da quando è arrivato Briatore, è una scuderia in fase di ricostruzione. Lo scorso anno è arrivata anche la notizia che dal 2026 non sarà più Renault a rifornire la squadra francese. Il suo posto verrà preso da Mercedes. Una scelta singolare, con un costruttore importante come Alpine che rinuncia ai motori della propria casa madre, con tanto di proteste da parte della squadra e di quei lavoratori impegnati negli stabilimenti di Viry-Châtillon. Insomma, Briatore pur di tornare a vincere è disposto a qualsiasi cosa, anche intraprendendo scelte coraggiose e inaspettate come questa. Chissà che, nel continuo processo di ricostruzione della squadra, non ci sia negli alti piani dirigenziali anche spazio per i finanziamenti di Dmitry Mazepin.
Il contesto politico non è più lo stesso di febbraio 2022, dove la Russia e i sostenitori di Vladimir Putin sono stati pienamente condannati dall’Unione Europea e dal resto dell’occidente. La politica mondiale sta repentinamente cambiando, come visto dall’incontro avvenuto tra Zelensky e Trump alla Casa Bianca. E la Formula 1 è sensibile a questi tipi di evoluzioni. Per questo, ipotizzare un possibile ritorno della famiglia Mazepin nella massima serie è piuttosto plausibile. Nel caso l’ombra di Dmitry dovesse sempre più estendersi sul paddock, vedremo se il suo impegno sarà legato al futuro dell’Alpine di Oakes e di Briatore, oppure chissà in quale altra forma.