La Ferrari non si ferma. Lavora e, nonostante il periodo natalizio, a Maranello l’unico obiettivo è rivolto sul cercare di evitare i problemi visti nell’anno ormai concluso. Obiettivo che ormai è sempre più vicino al raggiungimento. Sembrerebbero infatti finalmente risolti i problemi di affidabilità della power unit 066/7 impiegata lo scorso anno dalla Scuderia di Maranello sulla Ferrari F-75. Fin dal marzo del 2022, il suo progettista Wolf Zimmermann ha desiderato estrarre il pieno potenziale di questa power unit, ma non i trenta cavalli in più che sono stati detti, ma quindici. Quei quindici cavalli che sono mancati a causa dei problemi riscontrati dal giovane motore 1.
Il problema più grande: l’affidabilità
Ma perché è realistica questa stima? Per capirlo, occorre ripercorrere il contesto in cui è stato progettato il motore dello scorso anno. Questa power unit è stata omologata rispettando i parametri della FIA che hanno richiesto il congelamento dei motori fino alla fine del 2025. In questo frangente, la Rossa parrebbe aver recuperato il gap di cavalli mancanti durante l’infausto biennio 2020-2021 grazie al propulsore noto come “Superfast”, esente dal congelamento imposto dalla FIA.
Mattia Binotto, l’ex team principal della Ferrari, ha quindi deciso di omologare la 066/7 nella sua versione più spinta, pur conscio dei suoi limiti. Limiti che non le hanno consentito di raggiungere il target di sette Gran Premi, sempre nell’ottica di una limitazione presente nel regolamento, ossia il numero massimo di impiego di 3 power unit in una stagione senza penalità. Perciò, la scelta di Binotto era stata dettata dal fatto che sarebbe comunque stato possibile continuare a sviluppare le parti fragili che cedevano.
Quindici… il numero tanto atteso
Quindi, all’inizio del campionato della scorsa stagione, il motore 1 è stato configurato dalla Ferrari con mappature meno estreme. Si è preferito lasciare sul banco di prova circa quindici cavalli rispetto al vero potenziale che lo staff guidato da Enrico Gualtieri era stato in grado di realizzare. Viste le parecchie vicissitudini della stagione, i motoristi della scuderia di Maranello hanno optato per ridurre la potenza della power unit di quindici cavalli. È così che il delta di prestazione fra la condizione ottimale e l’effettiva potenza impiegata è salito a circa trenta cavalli, da cui il dato che è circolato “erroneamente”. Infatti, per il GP di Abu Dhabi di fine stagione, sono stati effettuati alcuni interventi con l’obiettivo di cercare la durata del motore ed ecco che lo 066/7 è tornato a “ruggire” come a inizio stagione durante il GP del Bahrain.
Ferrari, l’obiettivo è chiaro
Questo recupero è stato possibile lavorando sulla pre-camera. Componente che comprende l’iniettore del carburante, una parte libera e non congelata per il regolamento, che ha consentito il recupero dei quindici cavalli rimossi. Nel 2022 la Scuderia di Maranello ha dunque lavorato sodo in vista del 2023 per recuperare quei quindici cavalli scartati a inizio 2022. La Rossa è riuscita a spegnere alcune celle per le prove di durata. Considerando che dal 2023 il budget cap riguarderà anche i propulsori che hanno consentito questo sviluppo, queste celle sono state spente con la serenità di aver raggiunto un obiettivo molto ambito (e sofferto).
ARTICOLO DI CLAUDIA CAVENAGO
FONTE: Motorsport.com Italia.