Toto Wolff torna a parlare dell’indagine, prima aperta e poi chiusa, dalla FIA su un possibile conflitto d’interessi che vedeva come protagonista lui e sua moglie Susie, nonché amministratore delegato della F1 Academy.
Una storia abbastanza particolare: la FIA, infatti, inizialmente aveva aperto un’indagine nei confronti dei Wolff, accusati di conflitto d’interesse. A seguito della presa di posizione da parte dei team di Formula 1 – schierati tutti all’unanime dalla parte di Susie Wolff – la Federazione, circa 48 ore la diffusione del comunicato relativo all’apertura dell’indagine, ha deciso di chiudere il caso, dichiarando apertamente di non esserci “nessun conflitto d’interesse”.
Wolff: “Con l’indagine la FIA ha attaccato la mia famiglia”
In un’intervista esclusiva alla Bild, Toto Wolff è tornato a parlare sulla questione che ha caratterizzato il primo mese senza Formula 1: “L’indagine che è nata e si è sviluppata dalla FIA è un’accusa assolutamente assurda. Si è trattato di un attacco personale, a dire la verità. Credo fortemente si sia oltrepassato il limite. Dopo circa dieci anni nel ruolo di responsabile di una scuderia ho maturato una scorza molto dura. Onestamente, ormai mi stupisco davvero difficilmente, ma questa indagine onestamente la ritengo davvero scioccante”.
Una situazione, quella nella quale si è ritrovato il team principal della Mercedes, del tutto nuova, in quanto per la prima volta oltre a parlare di Toto, è stata messa in ballo anche la fiducia di sua moglie: “Ritrovarmi in una situazione del genere, però, per me non è davvero un grande problema: ho le spalle larghe e posso gestire il tutto senza grandi problemi. Quando però – ha continuato Wolff nell’intervista alla Bild – attacchi la mia famiglia, allora la questione è totalmente diversa”.