Una Formula 1 troppo commerciale e complessa, orientata ormai solo allo spettacolo rischia di perdere il proprio fascino e alcuni dei protagonisti più importanti. Max Verstappen, che conta già due titoli mondiali con Red Bull, non ha mai nascosto la sua preoccupazione a riguardo, e in occasione del primo weekend Sprint a Baku, che debutterà con un nuovo format, ha ribadito la propria idea e di come uno sfruttamento intensivo della categoria potrebbe portarlo verso un nuovo orizzonte, pur essendo ancora molto giovane.
Max: “Mi piace correre, ma così ne vale la pena?”
Le corse nascono come una competizione semplice, con regole piuttosto blande e con lo scopo di far parlare la pista, l’unica a decidere il vero valore di un pilota e di una macchina. La F1 moderna per quanto abbia fatto enormi passi in avanti sul tema della sicurezza ha anche tolto alla pista il potere assoluto di decidere vincenti e perdenti. Lo ha fatto complicando i regolamenti, ampliando il calendario, sfruttando oltre il limite il potenziale commerciale dello sport, cresciuto anche grazie all’impegno di Liberty Media nell’acchiappare una fetta di pubblico diversa, quella dei giovani, ma anche e soprattutto grazie ai nuovi talenti sbocciati negli ultimi anni, tra cui Max Verstappen.
Proprio di alcune iniziative messe in atto da Liberty Media Max ha espresso più volte il proprio dissenso, come per la docu-serie Netflix Drive To Survive, o l’esperimento delle gare Sprint. Tutti prodotti sulla carta molto eccitanti ma che snaturerebbero lo sport di cui si è innamorato e che rischia di diventare una gabbia dorata.
“Penso di aver sempre detto che anche se non ci saranno più gare sprint, se continuiamo ad espandere il calendario e l’intero weekend è così lungo, a un certo punto ti chiedi: ne vale la pena? – ha riportato Max Verstappen rispondendo ad una domanda di Motorsport.com. “Mi piacciono le corse. Mi piace vincere. So che, ovviamente, c’è lo stipendio e tutto il resto, e fai una bella vita. Ma lo è davvero? Penso che a volte arrivi a un punto della tua carriera in cui forse vuoi fare altre cose. Il mio contratto scade nel 2028 e da lì si vedrà. Ma so che se tutto questo diventa un peso troppo grande, allora bisogna cambiare.”
Le Sprint secondo Max “tolgono un po’ di brillantezza all’evento principale, (ovvero la gara della Domenica) che penso dovrebbe sempre essere l’evento speciale”.
Il futuro post F1?
Una delle idee che affascina Max al di fuori della F1 è il mondo Endurance. Opzione che potrebbe valutare qualora si stancasse della F1. Una competizione che lo metterebbe non solo a confronto con sé stesso ma anche con una vera e propria squadra, magari perché no anche formata da lui e il papà Jos. “Gareggiare con lui in Endurance? Continuo a dirgli che il tempo stringe e che sta invecchiando. Ma anche se non sarà con mio padre, vedremo. Vorrei creare una mia squadra. Ci sono molte cose che vorrei fare oltre a guidare da solo”.