Ormai gli appellativi del tre volte campione del mondo si sprecano, ma tra tutti, forse quello che fa più riflettere è “imbattibile”. “Verstappen è imbattibile in qualsiasi condizione meteorologica”; “Verstappen è imbattibile in ogni situazione, che sia sotto pressione o meno”. Insomma, l’epiteto che si è guadagnato dà una chiara immagine di chi sia l’olandese oggi. La narrazione quasi divina di cui fa parte Max ha qualcosa di unico: è nata molto prima – si spera – della fine della sua carriera. Un qualcosa che, nella storia della classe regina, è avvenuta assai di rado e solo coi grandissimi. Di recente Frederic Vassuer ha messo in dubbio in un’intervista quest’aura di imperturbabilità e la domanda sorge spontanea: davvero, se ne avrà i mezzi, Max sarà in grado di dominare incontrastato senza grossi problemi o c’è qualcosa o qualcuno che potrebbe mettergli più di qualche bastone tra le ruote?
Max secondo Frederic
Nell’intervista rilasciata a Motorsport.com, il numero uno del cavallino ha detto la sua sul tre volte iridato della Red Bull: “Non ci sono dubbi che Verstappen abbia dominato l’intera stagione. Il punto è che, come tutti noi, quando è sotto pressione commette più errori e nessuno è stato in grado di metterlo sotto pressione, salvo due o tre eventi, come Singapore nel quale abbiamo vinto con Sainz”.
Insomma, Vasseur lascia intendere che vorrebbe vedere il numero 1 sotto pressione più frequentemente, anche augurandosi indirettamente un rincalzo della sua Scuderia. Il punto è che Vassuer parla di errori, quando la realtà dei fatti è che, perlomeno nel 2023, Max è stato impeccabile. Verstappen ha vinto ben 19 gare e le rare volte in cui ha dovuto faticare se l’è comunque cavata. Come dice Fred, a Singapore Max ha faticato tanto: escluso in Q2 poi in rincorsa per accaparrarsi la quinta posizione, ma non basta per macchiare una stagione di questo calibro. Giudicare un’annata priva di rivali, tuttavia, non è il metodo giusto per comprendere se confutare o meno le parole del team principal Ferrari.
Una stagione da protagonista indiscusso praticamente priva di momenti no, e un compagno quasi inesistente quando più contava nella sfida interna, non forniscono un quadro rappresentativo per la nostra analisi. L’assenza di un vicino di box capace di competere fa bene quando le altre squadre sono lontane, ma se un domani ci sarà qualcuno in grado di mettere in dubbio l’egemonia Red Bull, potrebbe essere un lusso da pagare caro. Comunque sia, per comprendere meglio il tallone d’Achille del campione bisogna riavvolgere il nastro temporale.
Un salto nel passato
Il Max pre-primo titolo non era certo impeccabile. Basti pensare ai misfatti di Arabia Saudita e Brasile, o alla partenza più importante della carriera sbagliata ad Abu Dhabi. Con il rincalzo di Hamilton, la pressione dell’olandese è aumentata e così i suoi intoppi. Certo, era una vita fa considerando quanto veloce corre la Formula 1, ma le prove del fatto che Verstappen non sia perfetto quando gli altri fanno davvero sul serio ci sono.
D’altro canto però, dopo essersi tolto il peso del primo titolo, l’olandese ha fatto più di qualche step in più. L’avvio della stagione 2022 è stata terribile: doppio dnf nelle prime tre gare, e una Ferrari temibile sotto molti punti di vista. Proprio lì, Max ha cambiato passo, risalendo la china con una freddezza spaventosa, forte del controllo dei grandi.
Guardando la carriera di Max e il pilota che è diventato, la conclusione che si può trarre è che se c’è un nemico, quello è lui stesso. L’unico in grado di mettergli il bastone tra le ruote – le rarissime volte che capita – è proprio lui. Il problema della rabbia l’ha azzoppato più di qualche volta nei momenti salienti della sua storia. Nella stagione conclusa non ha avuto problemi, ma se un domani ci sarà un degno avversario in grado di mettergli pressione, non è da escludere che lo spettro si possa ripresentare.
Ha ragione Vasseur?
Il “deficit” dell’olandese non è altro che il riflesso di un campione ormai smussato in tutti i suoi angoli. Un perfezionismo totale richiesto prima a se stesso, poi al team. Non è raro che il pilota perda le staffe nei confronti dell’ingegnere di pista anche quando qualcosa di quasi insignificante non va come aveva previsto. Ciò che lo rende forte può tuttavia affaticarlo. Quindi si, Vasseur ha in parte ragione quando dice che può sbagliare se sottoposto a stress. Max non è imbattibile, specialmente quando la posta in palio è alta. È semplicemente più forte e in controllo degli altri, e finché avrà dalla sua una squadra così brava ad assecondarlo in tutto, non c’è dubbio che la sua carriera andrà a gonfie vele. Ma domani chissà…