Più che di roulette, pare che nel weekend di Las Vegas si parlerà di roulette russa per team e piloti visti gli orari folli decisi dagli organizzatori. La città del peccato vedrà le monoposto scivolare sulla strip ad orari poco sensati, con tutti i problemi connessi. Il freddo è il tema principale che minaccia la corsa, ma fino a che non si scenderà in pista, rimarrà tutto un’incognita.
La minaccia del freddo
La massima serie lascia il Brasile – vedi come cambiano le quotazioni al Fanta F1 – e atterra in Nevada. La scelta di correre nel nuovissimo cittadino di Las Vegas trova la sua ragion d’essere in questioni puramente economiche. Non c’è nulla di male, ovviamente, ma ancora una volta i vertici della Formula 1 trascurano gli aspetti organizzativi, mettendo a rischio l’evento e la salute dei piloti, il tutto a favore del tanto bramato spettacolo.
Ad essere privi di senso sono vari aspetti. Primo fra tutti, la decisione di correre su un tracciato contornato dal deserto in una data così vicina all’inverno. L’escursione termica è notevole anche d’estate, figurarsi in pieno autunno. Liberty Media, organizzatore di un gran premio per la prima volta, non si accontenta. Il secondo aspetto che fa sorgere un po’ di dubbi, infatti, è proprio quello legato agli orari. Le monoposto scenderanno in pista in piena notte: le FP1 e FP3 cominceranno alle 20:30, le FP2 e le Qualifiche a mezzanotte, mentre la gara partirà alle 22:00. Orari desueti già di per sé, che diventano assurdi se inseriti nella situazione in esame.
Attualmente, nella capitale del Nevada, durante il giorno si hanno delle massime che si attestano attorno ai 20° gradi Celsius. Il problema “sorge” quando il sole tramonta. Sono previste infatti delle temperature vicine ai 4° e 5° gradi per le sessioni in pista. Si passa dunque dal caldo torrido di Lusail – causa di svenimenti e malesseri – al freddo gelido del Nevada nel giro di poche settimane, dimostrando ancora una volta come una F1 fatta di estremi non fa che umiliare se stessa.
I problemi connessi alla tabella oraria
Le temperature autunnali della città innescano una serie di problematiche e incognite. Il primo dubbio riguarda, ovviamente, la gestione degli pneumatici. Pirelli porterà la sua gamma più morbida, ma nessuno sa se basterà per contrastare il gelo. A rendere difficile il mantenimento delle gomme in temperatura c’è anche un altro aspetto: il layout del tracciato. I tre lunghi rettilinei diventeranno il nemico principale di piloti e squadre in quello che è il tentativo di mantenersi vicini alla finestra di utilizzo per scongiurare graining e usura prematura.
La decisione – diventata ormai tradizione – di scegliere orari sconnessi tra loro, renderà ancora più difficile la raccolta dati riguardante l’usura da parte dei team. La gara, infatti, prenderà il via in un orario mai “toccato” nei giorni precedenti. La situazione, già di per sé tragica, diventa ancora più amara visto quanto ammesso da Ross Brawn. Il numero due di Liberty media ha dichiarato: “Non avevamo considerato che di notte fa molto freddo“. Parole che entrano di diritto nel capitolo “sviste inammissibili” in quello che è il grande diario contenente gli inciampi dei vertici.
Ad aggiungersi a ciò, c’è anche il fattore lucidità. Piloti, meccanici e tecnici si troveranno a dover performare al massimo in orari a dir poco estremi. Certo, non si corre alle 4 del mattino, ma dover cambiare fuso orario e adattarsi ad orari ancora più notturni di Singapore sarà un maggiore elemento di stress da sopportare. Insomma, fino a che non si metteranno le monoposto in pista non si avranno risposte, ma la “carta” non fa ben sperare. Se Liberty vorrà davvero estendere il contratto dell’evento fino al 2032, dovrà considerare cambiamenti drastici circa data e orari per non mettere a repentaglio la salute dei piloti, nonché ciò che ancora una volta dimostra di privilegiare: lo show.
FONTE: sport.virgilio.it