Senza Formula Uno in pista, non è stata una settimana molto tranquilla per la FIA. La Federazione Internazionale infatti è stata al centro di tante polemiche, dall’ufficializzazione del calendario al caso superlicenza.
FIA, rapporti poco idilliaci con le scuderie
Il primo punto è legato la calendario. Come si sa, di solito, Libery Media e FIA si riuniscono per poter divulgare insieme il calendario della prossima stagione. Quest’anno invece, le cose hanno funzionato in maniera diversa. In particolare, Liberty Media non ha apprezzato la scelta della FIA di ufficializzare il calendario per il 2023, senza neanche avere l’ultimo ok da parte delle scuderie. Sono infatti stati molti i team che si sono ribellati nei confronti della FIA, soprattutto per la tripletta USA, Messico e Brasile in programma sul finale della prossima stagione.
Colton Herta in F1, arriva il no della FIA
Un altro argomento molto scottante è legato alla superlicenza. Come si sa, per regolamento, un pilota può sbarcare in Formula Uno solo se in possesso della superlicenza FIA, ovvero un documento con ben 40 punti ottenuti nel corso della sua carriera. La superlicenza è stato un tema molto discusso nelle ultime settimane, a causa di Colton Herta. Il pilota americano, attualmente in IndyCar, era stato contattato dall’AlphaTauri per rimpiazzare Gasly, vicinissimo all’Alpine. La trattativa però è saltata, proprio per la mancanza dei 40 punti da parte di Herta. La FIA ha spiegato così la sua decisione.
” La FIA conferma che è stata svolta un’indagine attraverso i canali appropriati che ha portato la FIA a confermare che il pilota Colton Herta non ha il numero di punti necessario per ottenere una superlicenza. La Federazione rivede continuamente i suoi regolamenti e le sue procedure, anche per quanto riguarda l’idoneità alla superlicenza, con i principali fattori presi in considerazione rispetto a questo argomento che sono la sicurezza, l’esperienza e le prestazioni nel contesto del percorso”.
Caso superlicenza, i piloti non ci stanno
Scelta che non è stata molto condivisa da parte dei vari addetti ai lavori. Non sono mancate infatti le critiche e gli attacchi alla FIA. Un esempio sono le dichiarazioni di Stoffel Vandoorne che ha ammesso.
“Penso che il campione di Formula E dovrebbe guadagnare più punti. In fin dei conti, tutti i piloti che guidano in Formula E hanno precedentemente vinto altri campionati: Formula Renault, Formula 3, GP2 o Formula 2. Molti dei piloti che guidano qui hanno dato prova di sé e molti di loro, me compreso, hanno anche corso in Formula 1. Oltretutto, qui c’è anche un gruppo ristretto di piloti che competono in questo campionato, quindi forse non ha molto senso che ricevano solo 30 punti“.
Brown: “Bisogna rivedere il regolamento”
Lamentele arrivate anche da casa McLaren, con Zak Brown che non è per niente d’accordo su come è strutturata la regola della superlicenza.
“Penso che l’intero sistema di assegnazione della Superlicenza debba essere rivisto. Capisco che le regole sono regole e che non dovrebbero essere infrante, ma mi chiedo se siamo davanti a regole corrette. Un pilota del calibro di Herta, o del calibro di O’Ward, sono capaci di guidare una Formula 1, se Colton non è idoneo per una superlicenza, penso che dobbiamo rivedere il sistema”.
La situazione è dunque per ora molto complessa. Tutti attaccano la FIA che, almeno per il momento, tace. Tutti puntano il dito, ma la Federazione non starà di certo a guardare.
FONTE DICHIARAZIONI: Vandoorne(FormulaPassion)/Brown(Motorsport.com Italia)