Nel mondo della Formula 1, la griglia cambia più spesso di quanto sembri. Col tempo abbiamo visto l’addio di team che hanno fatto la storia, ma anche il tentativo di ingresso di nuovi aspiranti campioni. Alcuni nomi sono associati a nostalgia e gloria, altri ad ambizione, ed altri ancora a disastro. Per ogni scuderia che abbiamo perso ce n’è un’altra che bussa alla porta con forza e determinazione: dai team che hanno fatto la storia della F1 come la Lotus a team che aspettano una chance come la Cadillac.
Lotus, Brabham,Toyota…: i grandi team che non ci sono più
Quando si pensa ai team scomparsi, il nome Lotus è sempre il primo a venire in mente. Fondata da Colin Chapman, la scuderia britannica è stata un simbolo di ingegno e audacia tecnica per molti anni. Abbiamo visto correre sotto la stella della Lotus piloti del calibro di Jim Clark, Emerson Fittipaldi e Ayrton Senna. Il team inglese ha vinto in totale 7 titoli mondiali costruttori e 6 piloti, il che ricorda molto da vicino le imprese dell’attuale Mercedes. La sua ultima apparizione ufficiale,escludendo il ritorno nominale, risale al 1994, ma l’impronta lasciata nella storia di questo sport è indelebile.
Un altro team che ha lasciato il circus della F1, e che forse non tutti ricordano, è la Brabham. La storia di questa scuderia ha dell’incredibile, qualcosa che ad oggi non potremmo vedere ripetersi nella Formula 1 moderna. Fu fondata da Jack Brabham, nonchè l’unico pilota a vincere un mondiale con una vettura costruita da lui stesso, e per questo motivo il team Brabham è stato protagonista negli anni ’60 e ’80, riuscendo a conquistare anche 4 titoli mondiali costruttori. Nonostante le gesta eroiche che l’hanno contradidstinta, ha chiuso definitivamente i battenti nel 1992, ma resta uno dei marchi storici più rispettati del paddock.
Ma non solo team così “anziani”, anche l’ultimo ventennio ha detto addio a qualche team, fra questi ricordiamo la Toyota. La quale ha partecipato alla F1 dal 2002 al 2009 con un budget enorme e risorse praticamente illimitate, purtroppo senza mai vincere una gara. In quegli stessi anni abbiamo visto correre anche la Honda, dal 2006 al 2008. Dopo due stagioni complicate, lasciò la F1 al termine della stagione 2008. Ironia della sorte: dalle ceneri della Honda nacque la Brawn GP, che vinse tutto nel 2009 con lo stesso materiale con Jenson Button.

I team che bussano alla porta della F1
Il 2026, oltre ad innumerevoli cambiamenti tecnici e regolamentari, vedrà anche l’ingresso di un undicesimo team sulla griglia: Cadillac. Un esempio lampante dell’America che bussa forte alla porta della Formula 1, ma soprattutto un progetto concreto che l’anno prossimo avremo l’onore di vedere in pista, non senza il supporto tecnico e finanziario del colosso General Motors. La FIA ha già approvato la candidatura, ma la FOM e i team restano restii. Il prinicpale problema potrebbe essere quello di sconvolgere l’equilibrio economico della F1 attuale.
Negli ultimi anni, nomi come Panthera, Campos racing o Hitech GP hanno provato ad eguagliare l’impresa della Cadillac. Tuttavia nessuno sembra aver raggiunto un livello sufficiente di credibilità o investimenti per convincere il circus. Vale la pena citare anche il quasi ingresso della Porsche, affacciatasi al paddock nel 2022 in partnership con Red Bull, ma a causa di visioni troppo diverse, quello della Porsche in F1, è rimasto solo un sogno.

La F1 cambia, ma non dimentica
Ogni team che lascia la Formula 1 porta con sé un pezzo di storia. Ogni nuovo aspirante porta sogni e tensioni. Il futuro della categoria passerà inevitabilmente attraverso un equilibrio tra tradizione e rinnovamento. Forse un giorno rivedremo il team Lotus sotto nuove vesti in F1 o magari una Cadillac lottare per il mondiale costruttori. Ciò di cui siamo certi è che la F1 non smette mai di evolversi.