Il weekend in Austria continua a regalarci sorprese. Si è da poco concluso il secondo appuntamento stagionale delle Sprint, con la vittoria di un imprendibile Max Verstappen, seguito dal duo Ferrari che ha dato spettacolo con un duello ai limiti. Finita l’attività in pista, e iniziate le consuete danze mediatiche per cogliere parole e sensazioni dei protagonisti del weekend, arriva un’ulteriore notizia ad agitare il paddock. La convocazione dai commissari per 7 piloti, chiamati a rispondere delle loro azioni. Ma cosa è successo e chi sono i piloti coinvolti?
Tra i protagonisti c’è sempre lui
Anche questa volta al centro della questione c’è Sergio Perez, già penalizzato nella giornata di ieri per il superamento dei track limits nelle qualifiche del venerdì. Insieme a lui però ci sono altri nomi, tanti nomi. Oltre il messicano sono stati convocati: George Russell arrivato 4°, Esteban Ocon, 6° Mick Schumacher, Daniel Ricciardo e Lance Stroll. Schumacher ha concluso al 9° posto davanti a Ricciardo al 12° e Stroll al 13°.
A questa allegra combriccola si è unito anche Sebastian Vettel, già convocato per un’altra questione, riguardo il suo comportamento durante il meeting dei piloti. Vettel avrebbe “lasciato la riunione dei piloti che si è tenuta alle 19:30 di venerdì 8 luglio, senza permesso, ed esprimendo disappunto per la riunione. I piloti di questo livello sono modelli di riferimento per tutti i piloti e in questo caso Vettel non è stato all’altezza di questo standard.” Un altro gesto ribelle che questa volta è costato ben 25.000€ al tedesco.
La violazione
Ma tornando alla questione sotto esame, il motivo per il quale questi piloti, Vettel incluso, sono stati convocati riguarda i messaggi ricevuti dal team nel giro di formazione della gara Sprint in Austria. Il codice sportivo vieta qualsiasi comunicazione in questa fase, in quanto “Il pilota deve guidare l’auto da solo e senza aiuto”. Un episodio punito in passato anche con 10 secondi di penalità. Questo, nel caso dei nostri 7 piloti sarebbe accaduto nel corso del secondo giro di formazione della Sprint, quello chiamato in causa dallo stop improvviso di Guanyu Zhou, appena prima della griglia di partenza.
La decisione
Attraverso un documento ufficiale la FIA ha comunicato che, dopo aver parlato con i team manager e raccolto le prove, i commissari, sono giunti alla conclusione che i messaggi del muretto box erano permessi. Per questo si è deciso di non intervenire, chiamando in causa il “No further action”. I risultati rimangono dunque invariati rispetto all’ordine di arrivo della Sprint. Perez vede salvo il 5° posto, Russell il 4° e Ocon il 6°. Nonostante questo sia solo un primo assaggio di quello che vedremo domani in pista è chiaro che la tensione continua a crescere, così come le incomprensioni su punti del regolamento puntualmente smentiti e ridefiniti caso per caso dalla FIA.