Molti avranno notato questa mattina l’assenza di Carlos Sainz. Tranquilli, lo spagnolo non ha fatto indigestione di spiagge e yatch, semplicemente come da regolamento ha ceduto il sedile per una delle prove libere della stagione ad un rookie. Chi? Il test driver della Ferrari: Robert Shwartzman.
Si lascia tutto per inseguire un sogno della F1
Robert Shwartzman nasce nel 1999 in Israele dove vive con la famiglia fino ai tre anni, si trasferisce poi a San Pietroburgo e in Italia subito dopo, a sei anni, per seguire il sogno di una carriera automobilistica. Ne fa di strada, vince il campionato di F3 2019 e partecipa a due campionati di F2 concludendoli quarto e secondo. Preso sotto l’ala Ferrari ne diventa test driver svolgendo un ruolo chiave nella raccolta dati al simulatore, ma ovviamente non è quello l’obiettivo di nessun pilota…
Si lascia tutto per inseguire un sogno, e ne è la dimostrazione Nicholas Latifi che abbandonando le corse decide di riprendere gli studi, spesso tralasciati per la vita nomade degli aspiranti piloti. Si lascia la casa, la famiglia, gli amici, gli studi e non è così facile per un bambino. Purtroppo però è diventato sempre più difficile accedere alla categoria madre, che per la poca disponibilità di sedili rischia sempre di lasciar fuori giovani promettenti. Per citarne due di tempi molto recenti Felipe Drogovich e il già citato Robert Shwartzman.
Guidare una Ferrari
Da regolamento ogni team deve far disputare 2 sessioni di prove libere ad un rookie e per il secondo anno consecutivo la possibilità di salire sulla Ferrari è stata data a Shwartzman che sbollita l’emozione di guidare in F1 dimostra grande professionalità. Intervistato da Sky Sport dopo la sessione subito analizza le prestazioni della vettura che dice confermano le sensazioni del simulatore, un po’ sconsolato però per la decisione del team di fare una sessione di raccolta dati non avendo la possibilità di accendere qualche tempo e farsi notare. Dalle sue parole però si evince un grande amore per il team, un uomo squadra è quello che si vede osservando Robert Shwartzman. Conclude la sessione con il diciannovesimo tempo, con Leclerc in sedicesima ed una Ferrari assolutamente spenta a Zandvoort.
Cosa farne dei giovani?
La domanda sorge spontanea: però, che senso ha dare la più grande possibilità della vita di un pilota per poi limitarlo? La F1 vive di opportunità, moltissimi i casi in cui una sostituzione improvvisa fa emergere un giovane che aspettava solo di poter spingere il piede su una F1. Il più recente l’esempio di Nyck De Vries che fungendo da sostituto al Gp di Monza del 2022 conquista un’ottava posizione e il sedile per la stagione successiva (conclusasi sfortunatamente in largo anticipo). Qual è il senso quindi di affilare le unghie ad un leone per poi tenerlo in gabbia? Come può la F1 migliorare per permettere al talento di avere una vera chance?