Per la rubrica di Storia della F1, oggi parliamo del pilota padovano Riccardo Patrese.
Gli esordi di Riccardo Patrese in F1
Riccardo Gabriele Patrese nasce a Padova il 17 aprile 1954. È figlio di Elena, insegnante di lettere alle medie, e di Mario, commerciante in generi alimentari. Dopo aver praticato sci e nuoto a livello agonistico, Riccardo si appassiona alle corse d’auto, iniziando così il percorso che lo porterà alla F1. A seguito della vittoria del campionato italiano di kart, di quello europeo – per ben due volte! – e di quello mondiale, Riccardo Patrese approda in F3 e quindi in F2.
Nella categoria propedeutica alla F1, Patrese consegue dei risultati che si rivelano essere il biglietto da visita per accedere alla massima categoria. Il pilota padovano debutta così, nel 1977, con la Shadow nel GP di Monaco, concludendolo al nono posto. Quell’anno corre sia in F2 sia in F1, ma senza grandi risultati, con la sola eccezione del GP del Giappone, dove consegue la sesta posizione. Questo piazzamento gli vale il primo punto iridato.
1978-1983: i difficili anni in Arrows e la prima volta in Brabham
Alla fine del 1977, parte della Shadow si stacca dal team per fondare la Arrows, con Patrese al seguito. Ci rimarrà fino alla fine del 1981, quando passerà alla Brabham, dopo quattro stagioni di scarsi risultati. Degni di nota sono solamente il terzo posto a Interlagos e il secondo a San Marino, sull’A3, nel 1981. Eppure al termine degli anni Settanta Riccardo Patrese è ambito da importanti scuderie di F1. Fra queste: Brabham, Alfa Romeo e – come si scoprirà molto tempo dopo – Ferrari.
Nel 1982, Riccardo Patrese passa alla Brabham, anno difficile per lui e per la F1 in generale: la morte di Villeneuve e l’incidente di Pironi sono solo due esempi. La stagione per Patrese inizia con due ritiri, ma al GP degli Stati Uniti Ovest riesce a salire sul podio, in terza posizione, dopo essere partito diciottesimo. La prima vittoria arriva al GP di Monaco, altra gara funesta per la F1, segnata da troppi ritiri e incidenti.
Anche Patrese finisce in testacoda, facendo spegnere la macchina, ma i commissari lo rimettono in pista e lui riesce a ripartire, per tagliare con attenzione il traguardo. E scopre di aver vinto la corsa solo durante la premiazione! Nel 1983, non avviene il tanto sperato salto di qualità: la Brabham BT52 ha grossi problemi di affidabilità, Patrese riesce a concludere solo quattro competizioni, ottenendo un terzo posto in Germania e la sua seconda vittoria in Sudafrica, nell’ultima gara dell’anno.
Il ritorno di Riccardo Patrese alla Brabham F1
Dopo altre due stagioni disastrose, il 1984 e il 1985, con l’Alfa Romeo sponsorizzata Benetton, Riccardo Patrese ha difficoltà a entrare in un team di prestigio. Ci riesce solo perché interviene Bernie Ecclestone, che ha sempre creduto in lui: lo riporta alla Brabham, ma in coppia con Elio De Angelis. La BT55 – o “sogliola”, per via del suo profilo basso – è una vettura innovativa ma ha diversi problemi di affidabilità.
Per cercare di risolverli, la squadra organizza un test nel mese di maggio, convocando Patrese a Le Castellet. De Angelis, però, chiede di poter correre al suo posto… Scelta fatale, poiché all’epoca, che pure stava migliorando in termini di misure di sicurezza per i piloti, non si era altrettanto attenti a questo durante i test. Elio, quindi, muore al Paul Ricard per un cedimento dell’ala posteriore e per i soccorsi tardivi. Patrese ne viene profondamente colpito, soprattutto pensando che sarebbe potuto accadere a lui quell’incidente. Riesce poi a concludere l’anno con soli due punti iridati.
1987-1992: Dal ritorno in Brabham all’approdo alla Williams
Il 1987 è l’ultima stagione della Brabham sotto la gestione Ecclestone: i risultati scarseggiano e Patrese riesce ad accordarsi con la Williams. Con la quale corre la gara finale di quell’anno sostituendo un infortunato Nigel Mansell. E finalmente, dopo però un altro anno, nel 1989 la situazione migliora: Riccardo Patrese chiude quell’annata di F1 al terzo posto nel campionato, con sei piazzamenti a podio. La successiva vittoria arriva al GP di San Marino del 1990. Il 1991 è nuovamente un anno abbastanza positivo, con numeri analoghi.
Malgrado la scarsa affidabilità della FW14, infatti, Patrese vince in Messico e Portogallo e sale più volte a podio. Al termine della stagione, è terzo in classifica, con 53 punti. Nel 1992, Riccardo Patrese decide di rimanere alla Williams, nonostante l’interesse mostrato da altre squadre. Il suo contributo tecnico è fondamentale per sviluppare la FW14B, ma la Williams punta tutto su Nigel Mansell per la lotta al titolo. Titolo che otterrà, seguito da Patrese che finirà l’anno con una vittoria e sei podi.
Il ritiro
Nel 1993, alla Williams torna Prost, che saluta definitivamente Patrese. L’unica possibilità per il padovano è andare alla Benetton, dove, però, è costretto al confronto con un notevole rookie: Michael Schumacher, che lo relega in secondo piano. Alla fine della stagione Riccardo Patrese torna a negoziare un ritorno alla Williams per continuare a correre in F1, ma cambia idea a seguito della morte di Ayrton Senna.
Torna a girare in monoposto raramente, l’ultima volta al volante della Honda RA107 nel 2008. Riccardo Patrese lascia così la F1 dopo una lunga carriera nella quale ha disputato 256 GP, record rimasto imbattuto per 15 anni. Ha ottenuto in totale 6 vittorie, 8 pole position e 37 piazzamenti a podio.