La parola giusta da utilizzare per descrivere le qualifiche del Messico è semplicemente una: caos. Perché, se da un lato si parla e si sottolinea la meravigliosa prestazione della Ferrari, prima con Leclerc e seconda con Sainz, è giusto dover raccontare dei tanti piloti sotto investigazione FIA. Parliamo rispettivamente di Russell (investigato in due circostanze), Alonso, Verstappen, Zhou, Tsunoda e Sargeant. Tanto lavoro per i commissari che, analizzando i diversi casi, hanno preso le loro decisioni.
Sei piloti investigati dopo le qualifiche del GP del Messico: situazione complicata in FIA
Sei piloti della griglia sono stati investigati al termine delle qualifiche del GP del Messico. Ma qual è la vera motivazione? Le circostanze sono diverse. Russell, Norris e Zhou sono stati interrogati per aver superato il tempo massimo nel giro di uscita. A seguito dell’investigazione, e dell’incontro avuto con ogni singolo pilota, la FIA ha deciso: di tutti e sei solo uno dovrà scontare una penalità.
La scelta su Russell, Verstappen e Alonso
Per Russell, che si è qualificato all’ottavo posto in classifica, l’interrogatorio con gli steward è durato più del previsto, in quanto il pilota Mercedes ha dovuto rispondere anche alle accuse di impeding in pit lane. Stessa indagine eseguita su Fernando Alonso e sul campione del mondo Max Verstappen. Tutti i tre piloti non sono scesi subito in pista, ma in pit lane hanno preferito temporeggiare, procurando grande traffico ai box. Parliamo della stessa azione della quale Verstappen venne investigato dopo le qualifiche del GP di Singapore. Analizzando i tre casi, la decisione della FIA non si è fatta attendere: tutti e tre sono stati assolti.
“I Commissari Sportivi – viene spiegato nella nota ufficiale – ritengono che l’intera serie di incidenti si sia verificata come conseguenza diretta dell’applicazione del tempo minimo sul giro tra la SC2 e la SC1, che è stato concepito (correttamente, a nostro avviso) per evitare pericolosi rallentamenti delle vetture sul circuito durante le Qualifiche. Notiamo che ci sono requisiti opposti per i piloti, in quanto devono rispettare il tempo minimo, cercano di creare distacchi gestibili dalle auto che precedono, ma sono anche tenuti a evitare di fermarsi inutilmente all’uscita dei box o di guidare in maniera inutilmente lenta”. Gli steward hanno assolto i piloti, mettendo in evidenza le discrepanze del regolamento riguardo episodi del genere.
Paga solo Sargeant, tutti gli altri assolti
Gli ultimi tre della lunga, anzi lunghissima, lista degli steward, erano Yuki Tsunoda, Logan Sargeant e Lewis Hamilton. La motivazione è molto semplice: nessuno dei tre investigati ha rispettato la bandiera gialla presente nel 1 settore, sventolata per un testacoda di Fernando Alonso nel Q1. Non è la prima volta che i piloti commettono un errore del genere, con la scelta della FIA che parla chiaro. Hamilton è stato assolto in quanto “il video on board mostra chiaramente che non c’è nessuna luce o bandiera esposta alla vettura 44 sul rettilineo che porta a curva 1. Successivamente si accende una luce verde all’ingresso della curva 2, seguita da due impulsi di luce gialla e pochi istanti dopo il pannello luminoso è vuoto. Il pilota è stato leggermente più lento nel settore mini rispetto al suo precedente giro di spinta“.
L’unico che la FIA ha punito è stato Logan Sargeant per aver superato Tsunoda in regime di bandiera gialla. L’americano è stato arretrato di dieci posizioni in griglia e partirà ultimo – anziché penultimo.