Il deserto è spietato con tutto e tutti, e anche quando si tratta di motori non fa sconti. Il verdetto di Bahrain e Jeddah lasciano pochi dubbi: quella del 2023 sarà probabilmente una cavalcata trionfale di Red Bull. Da anni, in Formula uno i piloti non guidano più una monoposto, bensì un treno di gomme, condizione necessaria ma non sufficiente per portare a casa qualsiasi successo. A quanto pare, ad aver compreso meglio degli altri come interpretare la nuova era regolamentare per far funzionare queste ultime, c’è solo una squadra. Per chi insegue, è sempre più amaramente chiara quale dovrà essere la via da seguire.
Red Bull docet, ma gli altri?
Non sono passati tanti mesi da quando c’era chi annunciava una battaglia a tre per l’annata in corso. Tuttavia, il vero quanto spietato verdetto della pista ha restituito un esito ben diverso da quello atteso. La RB19 è una macchina perfetta, la cui riuscita è, senza nulla togliere agli uomini di Newey, esaltata dallo scadente lavoro delle squadre rivali. In inverno, le due squadre più minacciose per il toro alato, hanno prodotto ben poco. Tra correlazioni mancate e caos amministrativi, Red Bull può proseguire tranquilla la sua cavalcata, conscia del fatto che se ci sarà un riavvicinamento, ci vorrà tempo prima che diventi davvero insidioso.
Questione di essere “all’altezza”
Appena prima della direttiva tecnica imposta da Wolff il quadro era diverso: Red Bull davanti, Ferrari vicinissima, Mercedes bipolare ma mai in cima. Subito dopo, la gerarchia è cambiata, ma non al vertice: Red Bull è rimasta in vetta, e le due inseguitrici si sono trovate azzoppate. A Jeddah Ferrari ha girato più lenta della F1-75, insomma, una regressione che porta la SF-23 ad essere comparabile alla rossa muletto dei test 2022, direttive a parte. Mercedes ha variato, come d’altronde Ferrari, di poco la propria idea di monoposto. Le pance scavate e le pance rastremate, tuttavia, non sembrano essere la migliore soluzione, e a testimoniarlo è anche un sorprendente quarto incomodo.
Migrazione di massa al concetto Red Bull?
Mercedes e Ferrari hanno di fatto detto addio al mondiale con 21 gare d’anticipo. Toto Wolff ha già annunciato un’imminente rivoluzione del concetto aerodinamico. Ferrari sarà probabilmente simile a Red Bull nel 2024 – come annunciato da Motorsport.com – se il concetto delle pance scavate sarà bollato come impraticabile. In tutto ciò, il quadro è chiaro. Se l’anno scorso i team alternavano soluzioni ispirate a Ferrari e Red Bull domandandosi quale fosse la filosofia migliore, oggi non ci sono più dubbi. In futuro, quello di Milton Keynes sarà probabilmente il concetto su cui si punterà, salvo sorprese e con le dovute variazioni.
A godere di questa situazione non è solo Red Bull, ma anche il quarto incomodo citato poco sopra: Aston Martin. I tecnici della verdona hanno fatto un lavoro formidabile, dimostrando che partendo dal concetto della RB18 e personalizzandolo, si possa percorrere la strada giusta. Le prossime gare ci diranno meglio in quali tempi aspettarci drastici cambiamenti, sperando che tutto non giochi a favore di Red Bull, per il bene dello spettacolo dei mesi a venire, e chissà, forse degli anni.