L’ingresso di Porsche in Formula Uno sembrava ormai imminente. Con il cambiamento dei regolamenti a partire dal 2026, il marchio del gruppo Volkswagen era pronto per ufficializzare il suo debutto nel Circus, ma qualcosa è andato storto…
Porsche-Red Bull: da trattativa fatta a fallita
L’accordo tra Red Bull e la casa tedesca era ormai fatto, ma le cose non sono andate come previsto. Durante il weekend del Gran Premio d’Italia, in particolare venerdì mattina, Porsche ha comunicato che la trattativa con il team di Milton Keynes non sarebbe andata in porto. Tanti i dubbi e le perplessità su un accordo che, qualche mese fa, sembrava ormai imminente.
La spiegazione di Marko
A spiegare tutto è stato il consulente di Red Bull Helmut Marko che, sulla questione, ha affermato.
“Non abbiamo bisogno di nessuno al momento. Abbiamo il pilota più veloce sino al 2028. Abbiamo Adrian Newey, il miglior progettista. Il reparto motori sarà pienamente operativo tra 55 settimane e la prima power unit è stata già accesa: siamo completamente autosufficienti”.
Visioni differenti
Parole molto forti di Marko che rifiuta del tutto l’aiuto, in termini di motore, che Porsche era pronta a dargli. Il consulente Red Bull, ha poi continuato spiegando le intenzioni di Porsche, ritenute sbagliate dagli uomini di Milton Keynes.
“La Porsche aveva manifestato l’intenzione di rilevare o raddoppiare ogni posizione in Red Bull. In altre parole, volevano controllare praticamente tutto e ovviamente non funziona così. Nessuna delle due parti avrebbe beneficiato dell’accordo. Era chiaro che sarebbe diventato tutto troppo burocratico e che avremmo perso la nostra flessibilità come team. E ora che la rottura con Porsche è diventata ufficiale, abbiamo ricevuto alcuni interessamenti sorprendenti. E stiamo parlando con Honda”.
FONTE DICHIARAZIONI: Corriere dello Sport