Baku ha posto l’accento, più delle altre tappe, sul problema che rischia di affossare la Mercedes: il porpoising. Il team chiede a gran voce che si arrivi ad una modifica del regolamento per una questione di sicurezza. Ma il tavolo è diviso a metà tra chi vuole arrivare a un compromesso e chi pensa che si andrebbe a penalizzare troppo chi ha lavorato meglio, ottenendo un vantaggio più che lecito. Una situazione delicata per la FIA, che deve decidere come, ma soprattutto se, intervenire.
Mercedes chiede più sicurezza e invoca la FIA
La Mercedes al momento è la scuderia che sta soffrendo più delle altre il problema legato all’eccessivo saltellamento della monoposto, e non solo in termini prestazionali. Non dimenticheremo mai la fatica di Lewis Hamilton nell’uscire dalla propria monoposto dopo il Gran Premio di Baku. Proprio il 7 volte campione del mondo ha ammesso di aver vissuto in Azerbaijan, una delle gare più difficili dall’inizio della sua carriera in Formula 1.
Il problema a Baku si è manifestato anche per altri team, anche se in misure minori. Pierre Gasly, ad esempio si è dovuto rivolgere al suo fisioterapista per via dell’eccessivo sforzo fisico che ha richiesto questa tappa. In un campionato così lungo il rischio è che queste schiene, questi colli così forti e robusti si possano spezzare.
A lanciare l’allarme subito dopo il Gran Premio di Baku è arrivato George Russell, portavoce della Grand Prix Drivers’ Association (GPDA). Il pilota sa bene di cosa parla dato che guida una delle due monoposto incriminate, anche se, a differenza di Lewis può fare affidamento su un fisico più giovane.
“Credo che sia solo questione di tempo prima che si verifichi un grave incidente. Tanti di noi riescono a malapena a tenere la vettura dritta su questi dossi” ha detto Russell. Il tracciato di Baku ha ovviamente rimarcato il problema del porpoising, ma le prospettive non sembrano migliorare per i weekend a seguire, a partire da quello di Montreal. Insomma, il problema si ripresenterà su tutti i tracciati che includono lunghi rettilinei, a meno che non si arrivi a un compromesso.
Red Bull e Ferrari portavoce del “NO”
Che lo trovino loro il compromesso. In sostanza è questo che dice la Red Bull. Dal momento in cui un team soffre un evidente problema rispetto ad altri, è quel team a doversi rimettere in carreggiata, non gli altri a dover rallentare per far compattare il gruppo.
La stagione 2022 è iniziata con una grande incognita, legata al nuovo regolamento e al ritorno delle monoposto a effetto suolo e tutte quelle spiacevoli situazioni che si sarebbero potute manifestare in pista piuttosto che al simulatore. Ecco, il porpoising è una tra queste.
Ci sono team che hanno lavorato per limitarlo il più possibile, riuscendoci, e altri che invece non ci sono riusciti. Tutto però rientra in quello che è concesso dal gioco dalla grande sfida tecnica. La Red Bull, ritiene che trovare un compromesso tra tutti i team implicherebbe la perdita di un vantaggio dato proprio da questa sfida. Cambiare le regole significherebbe dare un’occasione in più alla Mercedes, cosa che pensa anche la Ferrari. Trovare un compromesso “democratico” a un problema come quello del porpoising, che non colpisce in maniera uguale i team è praticamente utopico, a meno che non arrivi un’imposizione dall’alto, ovvero dalla FIA.
“Credo che sarebbe ingiusto penalizzare chi ha svolto un buon lavoro rispetto a chi ha mancato leggermente l’obiettivo – ha commentato il team principal della Red Bull, Christian Horner – la FIA dovrebbe intervenire solo nel caso in cui dovesse esserci un vero problema di sicurezza su tutta la griglia di partenza. Si può scegliere a che altezza far correre la vettura, giusto? Non si dovrebbe mai far andare in pista una vettura che non è sicura. Se riguarda team isolati, allora è un problema che deve affrontare la squadra in questione”.
La Mercedes dovrebbe quindi alzare la sua monoposto andando inevitabilmente incontro a un deficit prestazionale. Horner, tra l’altro non esclude un gioco strategico della Mercedes nel giocare con le lamentele dei piloti in mondovisione. Cosa che susciterebbe una reazione da parte della FIA. “Se fosse capitato con i miei piloti? Avrei detto loro di lamentarsi il più possibile via radio. Fa parte del gioco. La cosa più semplice da fare è lamentarsi. Ogni team può scegliere”.
Si aspetta un segnale dalla FIA
La lotta politica sul tema porpoising può essere placata solo con un segnale da parte della FIA, che, dovesse accettare la proposta di Mercedes, finirebbe inevitabilmente sotto accusa per favoritismi. Una situazione che non ci è nuova, ma che fa capire quanto sia delicata la decisione.
La testata tedesca di Auto, Motor und Sport ha riportato però alcune indiscrezioni del paddock: “Si dice che la FIA abbia preso sul serio queste preoccupazioni e abbia intenzione di avviare un’indagine per andare a fondo alla questione. La FIA sta cercando di dialogare con piloti e direttori tecnici. Ma con questi ultimi sa già che avrà poco successo, perché nessuno vorrà esporsi, dato che 10 millimetri in più di altezza costano diversi punti di carico aerodinamico. La FIA vuole avere un quadro completo, consultare medici specialistici e raccogliere dati da altre serie, ad esempio dai rally. La categoria può rappresentare un esempio, dato che i piloti non guidano su tracciati pianeggianti, sebbene le velocità siano inferiori a quelle della Formula 1″.
Vedremo come evolverà la situazione e se la FIA cederà al compromesso chiesto dalla Mercedes.
Fonte dichiarazioni: Motorsport.com, FormulaPassion