Il Gran Premio d’Italia tenutosi domenica ha avuto un seguito incredibile. Le presenze all’Autodromo Nazionale durante il weekend hanno toccato la soglia delle trecentocinquantamila persone. Anche a casa, il pubblico non ha deluso, registrando numeri da record sulle emittenti televisive.
Monza: un weekend variopinto di emozioni
Il pubblico numeroso di tifosi ferraristi è probabilmente arrivato in Autodromo con le speranze ridimensionate dopo le deludenti prestazioni della Ferrari in Belgio e in Olanda. Tuttavia, i tecnici di Maranello sono riusciti a ritrovare la strada giusta in quello che è stato il weekend di casa. La Pole position di Charles Leclerc nelle qualifiche di sabato ha esaltato il popolo rosso, che fino alle ultime fasi della gara, con l’ingresso discussissimo della Safety Car, ha sperato nel ripetersi del leggendario 2019. L’epilogo non è stato quello sperato, ma il popolo ferrarista ha potuto godere di un weekend straordinario e pregno di emozioni fin dalle prime ore del venerdì. I tifosi si riconfermano (come ce ne fosse bisogno) la colonna portante dell’evento brianzolo.
Il lato oscuro del GP di Monza
Partendo dal ‘come raggiungere l’Autodromo’, si scorge il primo grave difetto dell’organizzazione monzese. Il servizio navette adibito al trasporto dei tifosi da stazioni e parcheggi (questi ultimi facili da raggiungere e ben gestiti) fino agli ingressi dell’autodromo, si è rivelato lacunoso: la quantità di corse era a dir poco scarsa considerata l’affluenza, e ciò ha inevitabilmente causato l’affollamento dei mezzi per evitare di attendere Godot in fila per ore.
Una volta giunti in Autodromo, due sono state le situazioni principali, nonché contraddittorie, che hanno accolto il pubblico ai cancelli. Se alcuni tifosi hanno aspettato in fila per ore, altri hanno trovato una fila massiccia ma scorrevole, ritrovandosi poi schiacciati come sardine all’interno. L’altro lato della contraddizione riguarda i controlli: alcuni fan hanno subito dei controlli oltre il limite del rigore, ritrovandosi varie volte in un giorno a dover dimostrare di essere in regola; altri hanno subito un rapidissimo e superficiale controllo degli zaini, il quale avrebbe permesso di portare su spalti e prati qualsiasi tipo di oggetto. Insomma, una via di mezzo non avrebbe guastato.
Stewart, token ed NFC: vige l’impreparazione
Le competenze del personale nonché i servizi di pagamento hanno rivelato una certa acerbità. Sono giunte testimonianze di molte persone che pur chiedendo informazioni a vari stewart, questi non sapessero fornire risposte; ad esempio alla domanda ‘dove si trova la tribuna/prato x?’, seguiva la confusione.
Per quanto riguarda i pagamenti, viene la nota più dolorosa. L’Autodromo ha inaugurato un sistema di pagamenti NFC, il quale consentiva di acquistare cibo e bevande appoggiando il bracciale dotato di un dispositivo elettronico al POS dei baracchini. L’altro esperimento era quello del cambio della moneta per dei token, da usare come valuta fittizia valida solo in autodromo. Se il sistema NFC ha smesso di funzionare dalle prime ore del weekend, il sistema dei token è risultato un fattore di congestionamento per l’acquisto di cibo e bevande, rendendo persino una bottiglietta d’acqua un bene di lusso difficilmente reperibile… increscioso se si considera il caldo che ha coperto il milanese per la tre giorni di F1.
Se l’Autodromo di Monza desidera rimanere in un calendario così conteso ha l’obbligo di innalzare il livello dell’organizzazione su ogni fronte. L’evento è certo storico, ma con la crescente domanda di piste ospitanti da tutto il mondo, ci sono standard che devono essere rispettati per garantirsi un futuro come ospiti della massima serie.