Dopo il weekend cancellato in Emilia-Romagna, a Imola, a causa dell’alluvione, la F1 si sposta nel Principato di Monaco. Andiamo insieme a scoprire uno dei circuiti più antichi e belli della storia del Motorsport.
Partiamo dalla storia
Il Circuit de Monaco è un circuito cittadino non permanente situato nello stato del Principato. Lungo 3.337 metri, conta 19 curve in cui le abilità di ogni pilota sono messe in risalto. È presente nel calendario dalla prima stagione in assoluto, nel 1950. Solo un’edizione è stata saltata, nel 2020, a causa della pandemia. Il record della pista è di 1’10″166, fatto segnare da Lewis Hamilton nelle qualifiche del 2019, gara poi vinta proprio dal britannico. Il record di vittorie è di Ayrton Senna, che ne possiede ben 6.
A Monaco non si passa, quindi occhio al degrado
Senza ombra di dubbio, l’unica pecca di questo circuito è la larghezza. Snodandosi tra le strada di Monaco, lo spazio in cui inscrivere il circuito è limitato. Dagli anni ’50 fino ad oggi, ovviamente, si è cercato di ottimizzarlo in base alle esigenze delle monoposto create. Inoltre, essendo configurato sulla rete viaria del paese, le sconnessioni dovute ai tombini sono molto frequenti. Le tantissime curve stop&go e le tornate in rapida successione dopo la Sainte Dévote (curva 1) sono fattori critici per le gomme. In un circuito dove è quasi impossibile sorpassare le strategie saranno fondamentali per la vittoria del gran premio. Non è importante qui pensare alle gomme, visto che mai si è presentato del degrado. Sia l’undercut che l’overcut possono quindi essere validi, dipende se il pilota con cui si battaglia finisca nel traffico.
Chi parte in pole solitamente vince, ma chi la farà?
Nel Principato una cosa è certa: nessuno nella storia del tracciato ha vinto partendo dietro la Top 3. Un dato che fa capire ancora di più quanto qui sia importante la qualifica. Chi fa la pole, a meno che di errori gravi ai box o di errori del pilota stesso, vince la gara. Come a ogni appuntamento, i favoriti rimangono i due della Red Bull. Chissà però che nelle strade cittadine non possa arrivare un flash verde dell’Aston Martin di Fernando Alonso, o addirittura uno rosso di una Ferrari che, nelle ultime edizioni, almeno al sabato, ha sempre fatto molto bene. E chissà che questi aggiornamenti attesi da tanto tempo dai Tifosi possano risollevarla.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO