La preoccupante situazione della rossa nel mondiale piloti e costruttori vede come cause scatenanti tre principali fattori: affidabilità, strategia, e purtroppo, seppur in maniera meno influente, gli errori del pilota. La Scuderia ha preso le difese del suo pilota di punta Charles Leclerc, esaltandone i pregi e motivandolo.
Addio mondiale: adesso per Leclerc è un miraggio
Quando i punti di distacco dalla vetta erano 49, risultava già difficile immaginare una rimonta, pur essendo solo a metà stagione. Ora i punti che separano il campione in carica Verstappen dal monegasco sono 80, un gap abominevole che farebbe paura anche al meno cauto degli ottimisti. Colmare un distacco del genere avrebbe del miracoloso, ma stando a quanto visto in questa prima parte di campionato, con una Red Bull così in palla ed una Ferrari così fragile (non solo per quanto riguarda l’affidabilità), sembra chiara la direzione presa dall’iride in questo 2022.
Il pesante macigno dell’errore
La squadra di Maranello aveva iniziato col piede giusto questo mondiale, inanellando due vittorie nei primi tre round. Tuttavia, all’arrivo di condizioni talvolta meno favorevoli, e col risorgere dell’affidabilità della RB18, qualcosa sembra essersi rotto nell’ingranaggio manovrato da Mattia Binotto. La scarsa affidabilità ha fatto il suo sgradevole ingresso, palesandosi in Spagna, a Baku. Mentre la strategia ha scombinato vittorie (o secondi posti) che sembravano scritte a Monaco, Silverstone e Ungheria.
Il rapporto di Leclerc con il limite
Anche Charles, purtroppo, ha contribuito all’allungo di Verstappen in classifica. I punti persi tra Imola e Francia sono 32, e il principino, come di consueto, si addossa più colpe di quante ne abbia realmente in ottica mondiale. L’approccio del numero 16 al limite è qualcosa di unico: se altri piloti per capire fin dove spingersi in ogni curva si prendono il loro tempo, arrivandoci passo dopo passo, il monegasco non indugia e sfida il limite da subito a costo di rischiare grosso, talvolta regalando qualche spettacolare piroetta. Questo modus operandi è efficace e consente al pilota di adattarsi in poco tempo (caratteristica nota di Charles), ma richiede una sensibilità tale che non la rende un’opzione percorribile da molti piloti.
Charles è tutto qui, propensione al rischio estrema, prendersi gioco dell’ultimo millimetro curva dopo curva. L’approccio può regalare molto, ma il prezzo da pagare, talvota, può essere alto.
La difesa di Mekies
Il direttore sportivo di Maranello, in coro con il team principal Mattia Binotto, ha difeso a spada tratta lo stile di Leclerc, definendo il ragazzo un pilota eccezionale: “Anche quest’anno Leclerc ha dimostrato di avere una velocità così eccezionale che è un aspetto che non va toccato. Charles non ha bisogno di noi per capire, da grande pilota, fin dove si deve spingere in termini di vicinanza al limite. È un maestro in questo e gli errori possono accadere così come sbagliamo anche noi. Non guardiamo al singolo sbaglio, ma alla percentuale di prestazioni sensazionali da parte di Charles, che è stato appunto eccezionale in molte più occasioni di quando ha sbagliato. E noi non vogliamo che cambi nulla”.
FONTE: FormulaPassion