Un problema non prevedibile
Nella riunione della F1 Commission durante il fine settimana del Gran Premio d’Austria, uno dei temi più scottanti è stato il budget cap. Quando i vertici FIA e F1 avevano fissato l’asticella per il 2022 a 140 milioni di dollari non potevano certo prevedere lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Nel mondo globalizzato in cui viviamo, neanche la Formula 1 è esente dalle ripercussioni della guerra e si vede costretta a fare i conti con un incremento dei costi dell’energia e una maggiore inflazione. Questa situazione ha fatto molto discutere all’interno del Circus e ha diviso i team in due correnti di pensiero.
Da una parte le squadre di vertice, più facoltose di quelle abituate a navigare nelle retrovie, si sono lamentate di un aumento spropositato dei propri costi fissi e hanno spinto per modificare il budget cap a stagione in corso. Dall’altro lato i team minori si sono pronunciati contro la proposta dei top team: aumentare il budget cap, infatti, significherebbe allargare ulteriormente il gap con le posizioni di testa.
Budget cap: la soluzione che non accontenta nessuno
Si è così arrivati alla decisione di allargare il budget cap disponibile del 3.1%. Questo compromesso, però, non ha fatto felice nessuno. Toto Wolff ha spiegato come questa scelta permetterà a Mercedes e agli altri di coprire solo in minima parte i costi dell’inflazione.
Della stessa opinione è anche il team principal McLaren Andreas Seidl: “Penso che sei o sette squadre potrebbero superare il limite il che avrebbe come conseguenza che, a seconda di quanto sia alto questo superamento si tratterebbe di una violazione del regolamento e ci sarebbero le relative sanzioni“.
“Non voglio dare una cifra, ma sarebbe considerevole perché ci sono stati inaspettati e giganteschi aumenti dei costi che non hanno nulla a che fare con la normale inflazione. Soprattutto per quanto riguarda il trasporto e le bollette dell’elettricità, che non erano prevedibili”.
Fonti: Formula Passion, Motorsport-Total