Il fine settimana australiano del team di Milton Keynes non sembrava essere iniziato male nell’ottica della gara di domenica, dopo aver dimostrato un buon passo gara durante le prove libere (il margine tra Red Bull e Ferrari era di appena un decimo), e dopo aver conquistato la seconda e terza posizione sulla griglia di partenza alle spalle del leder del mondiale. Prospettive incoraggianti quindi per la squadra, la quale veniva dalla vittoria conquistata sulle coste del Mar Rosso, e con le carte in regola per cercare di ricucire passo passo il pesantissimo 26-0 subito in Bahrain.
Ipotesi e previsioni si sono offuscate però dopo qualche giro dallo spegnimento dei semafori rossi, nei quali si è subito capito che la F1-75 di Maranello ne avesse di più, se vogliamo, anche ‘a sorpresa’, in quanto dati i cambiamenti di layout della pista di Melbourne, diventata più veloce, la creatura di Adrian Newey sembrava inizialmente essere la favorita. Un Max Verstappen quasi rassegnato si dirigeva verso quello che sarebbe stato, come detto da lui stesso durante le interviste, un “facile secondo posto”. Improvvisamente però gli incubi della Red bull sono riaffiorati, costringendo l’olandese al ritiro nel corso del giro 39. Risultato: un altro 26-0 inflitto da colui che gara dopo gara sembra poter essere il probabile contendente al titolo con l’olandese.
Altra sconfitta quindi che in ottica mondiale si fa sentire, siccome il campione del mondo in carica si trova sesto in classifica, e vede allungare il rivale, che raggiunge le 71 lunghezze, a 34 punti dal secondo: George Russel. Certo non è la partenza ideale per chi ha mezzi e possibilità per poter puntare al titolo, ma è anche vero che le gare mancanti sono venti, e con lo sviluppo di queste monoposto ancora nella loro fase ‘embrionale’ può succedere di tutto.
le cause
La power unit Honda, almeno fino a questo momento, ha dimostrato che il suo punto debole è proprio l’affidabilità, costringendo a tre ritiri in sei partenze le vetture di Milton Keynes, un tasso del 50% tutt’altro che incoraggiante.
Il Team Principal della Red Bull Christian Horner ha rivelato ai microfoni che il problema sarebbe imputabile al sistema di alimentazione, per la precisione si sarebbe verificata una perdita di carburante, la quale si aggiunge ai non pochi guasti riscontrati nell’avvio di stagione dai propulsori della casa giapponese. Verstappen affranto, ha persino rivelato che gli ingegneri gli avessero preannunciato, prima della partenza, che difficilmente sarebbe riuscito a concludere la gara. Max ha successivamente aggiunto: “se vuoi lottare per il Mondiale queste cose non devono succedere, in questo momento non penso al titolo, non ci sono ragioni per crederci. La stagione è lunga ma a noi servirebbero 45 gare”
Ciò che preoccupa la scuderia campione del mondo piloti è soprattutto l’indipendenza dei problemi avuti, la quale genesi non sembra avere un progenitore comune. Il fatto di dover risolvere noie che non sembrano avere un filo conduttore allarma particolarmente il team, che per giunta, si trova dietro a Mercedes nella classifica costruttori. Il motore vestito dalla RB18 di Verstappen sarà messo su un volo direzione Sakura per essere analizzato dai tecnici Honda, nella speranza di cercare di limitare ulteriori problemi, per puntare ad una rivincita al ritorno del circus nel continente europeo.
FONTE: AD.nl