L’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari ha rappresentato uno degli eventi più attesi e simbolici della F1 moderna: un sette volte campione del mondo che si unisce alla scuderia più titolata di sempre, che ha visto campioni come Schumacher fare la storia della Formula 1 con il rosso addosso. Dopo un lungo matrimonio fatto di successi e di record con Mercedes, l’ormai 40enne ha deciso di imbattersi in una nuova sfida. Di certo però non si aspettava che dopo 9 gare la casellina dei podi era ancora, tristemente, ferma a 0. E non è tutto: escludendo l’inspiegabile exploit della Sprint in Cina, Hamilton ha quasi sempre pagato dazio rispetto al suo compagno di squadra, e i primi dubbi non hanno tardato ad arrivare, così come le prime critiche da parte dei media e dei tifosi.

Il confronto con Schumacher nella stagione d’esordio
Come scritto in precedenza, oltre che a Hamilton, in Ferrari ci ha corso l’altro 7 volte campione del mondo, Michael Schumacher. È quindi scontato che si facciano dei paragoni rispetto al contesto, ai risultati e all’adattamento dello stesso pilota. Importante sottolineare, tuttavia, che «il Kaiser», giunse in Ferrari a 27 anni e reduce da due mondiali consecutivi con la Bennetton. È quindi già molto importante la differenza tra i due campioni: il primo arrivava nel suo massimo stato di forma e maturità, il secondo invece, è arrivato con 13 anni in più sulle spalle rispetto al tedesco e nella fase finale di carriera.
Un ulteriore aspetto in cui differiscono le due stagioni d’esordio è quello riguardante i compagni di squadra. Abbiamo infatti citato la difficoltà di Hamilton nel stare al passo di Leclerc. Dopo 9 gare è riuscito ad arrivare davanti in gara solo in un occasione, a Imola, mentre 7 sono le gare in cui ha subito la legge del monegasco.
A differenza di Hamilton in Ferrari, Schumacher da questo punto di vista non aveva avuto problemi nel «sbarazzarsi» del compagno Eddie Irvine, nonostante una vettura che non gli permise di lottare per il mondiale. Il tedesco ottenne 59 punti contro gli 11 di Irvine e vinse anche 3 gare, oltre a 5 ulteriori podi. La differenza però sta nel fatto che Leclerc, essendo parte del team dal 2019, conosce ormai le dinamiche interne perfettamente. Irvine invece era a sua volta un esordiente per Ferrari ed era quindi meno «ingombrante» per Schumacher. Il tedesco era visto come il pilota che doveva risollevare la scuderia italiana dopo anni di digiuno.
Ferrari in crisi: dal 1996 al 2025
Una similitudine tra il 1996, anno dell’arrivo del tedesco, e il 2025 è infatti il periodo antecedente. In entrambi i casi si è arrivati al scioccante cambio di scuderia dopo molti anni senza successi importanti. La squadra ai tempi di Schumacher non vinceva un titolo mondiale piloti dal 1979 con Jody Scheckter, mentre il titolo costruttori mancava dal 1983.

Ancora peggiore è la situazione attuale, con il titolo piloti che manca dal trionfo di Raikkonen nel 2007 e quello costruttori dal 2008. L’arrivo di Schumacher, all’epoca, era il primo mattone di un progetto a lungo termine, tanto è vero che il primo titolo è arrivato nel 2000, quattro anni dopo. Per l’inglese invece il discorso è diverso: è un pilota che, sì è tra i migliori della storia, ma come scritto in precedenza è nella fase finale di una carriera che l’ha visto debuttare nel 2007. Hamilton in Ferrari probabilmente non avrà 5 anni come ha avuto Schumacher, dovrà quindi affrettare i tempi se vorrà mettere mano sull’ottavo titolo.
Hamilton e il debutto in Ferrari deludente
Hamilton è sicuramente deluso dalle sue prestazioni, come si può notare dalle interviste, e spera di potersi risollevare nelle prossime gare. Vista la scarsa competitività della SF-25 (che comunque occupa la seconda posizione nel costruttori) il pilota inglese può veramente sfruttare il 2025 come anno in cui ambientarsi, conoscere le dinamiche interne ed il team, per poi «fare all-in» nel 2026, sperando nella riuscita del progetto riguardante il nuovo regolamento.

Come ben sappiamo però in Formula 1 la fiducia in sè stessi è fondamentale e nelle ultime uscite il 40enne di Stevenage è parso dubbioso sulle sue qualità. Se ne sono accorti anche i fantamanager, infatti sono sempre meno quelli che schierano Hamilton nella loro squadra del FantaF1. Nei prossimi mesi ci sono però gare che lo hanno visto protagonista di incredibili imprese negli anni, come Canada, Silverstone o Ungheria. Che stia arrivando il suo momento? Tutti i tifosi e tutti i fantamanager sono curiosi di scoprirlo.