Nel mondo della Formula 1, non sono solo i piloti, i team e le macchine a giocare un ruolo decisivo. Anche chi gestisce il regolamento, applica le sanzioni e vigila sulla sicurezza ha un impatto fondamentale sullo spettacolo. Questo ruolo spetta alla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile). La FIA è nota per essere spesso al centro di polemiche per decisioni sul regolamento giudicate incoerenti o influenzate da logiche poco chiare, per i team e per i tifosi.
La polemica attraverso la storia della F1
La storia della F1 è costellata di momenti in cui le interpretazioni regolamentari hanno generato malumori nel Circus. Spesso, il regolamento proposto dalla Federazione ha lasciato spazio a interpretazioni soggettive E relative conseguenze incoerenti. Con gli anni le regole della FIA sembrano diventare sempre più stringenti e molti spettatori appaiono scoraggiati dal seguire lo sport oggi anche a causa di ciò. Basti pensare ad una delle regole che ha scatenato le maggiori polemiche in questi anni: i track limits. In alcune gare vengono penalizzati i piloti che oltrepassano i limiti della pista per pochi centimetri, in altre situazioni passano inosservate. Oltre che a tutte le sanzioni che negli ultimi tempi i piloti hanno ricevuto per il linguaggio usato nei team radio e nelle press conference… Ma sono davvero queste le cose importanti di cui la FIA dovrebbe occuparsi?
Questo tipo di incoerenza mina la credibilità delle decisioni e rende difficile per i team sapere con esattezza cosa aspettarsi. Tutti i tifosi hanno ben chiari nelle proprie menti diversi punti di rottura a carico della Federazione. Uno tra questi è senza dubbio il caso del Gran Premio di Abu Dhabi del 2021. Una controversa gestione della Safety Car da parte del Direttore di Gara ha contribuito a determinare l’esito del campionato mondiale, che ha visto protagonisti Lewis Hamilton e Max Verstappen. La FIA ha ammesso errori nella procedura, ma ha evitato conseguenze significative, sollevando dubbi sulla propria imparzialità.

E dove c’è polemica c’è politica
Non sono mancate, nel 2025, polemiche su decisioni prese ai danni di Max Verstappen. Sembrerebbe infatti che proprio nel corso di queste stagione ci saino state penalità severe ai danni dell’olandese che hanno fatto pensare ad un tentativo della FIA di rendere il campionato più aperto e competitivo. Christian Horner, Team Principal Red Bull ha definito queste mosse della Federazione come delle “decisioni che puzzano di politica”. Forse questa bocca aperta ha minato anche la credibilità del boss Red Bull?
La Formula 1 è molto più di una competizione sportiva. È un business globale, una macchina da miliardi di dollari gestita da due oli “politici” con interessi ben differenti: non c’è solo la FIA, che governa lo sport dal punto di vista regolamentare, ma c’è anche Liberty Media, proprietaria dei diritti commerciali del campionato. Se la FIA ha come obiettivo principale il mantenimento della sicurezza, dell’equità sportiva e del rispetto dei regolamenti tecnici, Liberty Media, al contrario non bada a questi aspetti, bensì guarda al prodotto F1 come uno spettacolo globale: la priorità è l’intrattenimento, la crescita del pubblico, i profitti televisivi e il marketing.
Più tv e meno sport?
Tali divergenze di pensiero sono rintracciabili in diversi dettagli del campionato, come ad esempio la questione dei calendari gonfiati, gare Sprint e altri format sperimentali. Liberty Media spinge per aumentare lo spettacolo della F1 , mentre la FIA e i team temono che tutto ciò possa compromettere la qualità delle competizioni. Il presidente Mohammed Ben Sulayem è una figura che fa sempre più parlare di sè. Accusato da molti di voler accentrare troppo potere e di interferire nelle dinamiche sportive.
Nel 2023 era già finito sotto i riflettori per alcune dichiarazioni controverse e per il modo poco trasparente con cui venivano gestite certe inchieste. Nel 2025, la sua figura è ancora oggetto di critiche, anche da parte di Liberty Media, che sembra spingere per un futuro cambiamento alla guida della Federazione. La verità è che in Formula 1, come in altri sport ad alto tasso economico, la politica è parte integrante del gioco. Il problema nasce quando le dinamiche di potere iniziano a interferire con la trasparenza e la correttezza delle decisioni sportive.

Il futuro della FIA
È innegabile che la FIA ricopra un ruolo indispensabile nella Formula 1, nessuno di noi vorrebbe una competizione priva di regole e sicurezza. Ma le polemiche al centro del quale la Federazione si trova da anni sottolineano la necessità di un’evoluzione. Il tema della trasparenza nella comunicazione è ancora un tasto troppo dolente. Non capita di rado che tifosi, e perfino i team, apprendono le motivazioni delle penalità con ore (o giorni) di ritardo, e i documenti ufficiali sono redatti in linguaggio tecnico e poco accessibile. In un’era dominata dai social e dall’informazione istantanea, questo approccio non fa altro che alimentare la sfiducia di chi segue con costanza questo sport.
Ciò a cui dovrebbe puntare la FIA sono maggiore trasparenza nelle decisioni, coerenza nell’applicazione dei regolamenti e una comunicazione più chiara e tempestiva. Solo così potrebbe acquisire la credibilità che un’entità di questo calibro dovrebbe possedere.