L’interesse verso la massima serie continua a crescere abbattendo puntualmente i record di presenze su ogni tracciato che la ospita. Non c’è adesso solamente il culto dei circuiti storici, ma una schiera di fedelissimi tifosi pronti a seguire le imprese dei 20 piloti in ogni parte del mondo, anche se questa si discosta dai canoni tradizionali di spettacolarità e tradizione. La Formula 1 negli anni ha toccato terre di ogni angolo del mondo cercando quanto più di unire tradizione e storia a innovazione. Un modo per avvicinare lo sport a tutte le culture, ai pubblici del mondo intero. Con paesi pronti a offrire un contributo finanziario notevole per assicurarsi un posto in calendario. Ma se da una parte va fatto un plauso a Liberty Media per aver fatto rinascere la F1 e con lei quell’interesse che Bernie Ecclestone custodiva gelosamente in un cassetto, dall’altra c’è un problema che sta diventando sempre più evidente. Ovvero il fatto di avere un calendario in overbooking, con ben 24 GP e circuiti storici a rischio esclusione, per via della concorrenza spietata delle new entry dal portafoglio senza fondo, come ad esempio l’Arabia Saudita.
Una politica che non piace ai tifosi
Il tracciato di Jeddah ha debuttato nel 2021 aggiudicandosi il titolo di circuito cittadino più veloce al mondo. Da subito ha sollevato non pochi dubbi sulla sua sicurezza. Diversi episodi sia nello scorso anno che in questo, con l’incidente spaventoso di Mick Schumacher lo hanno confermato. Ma non c’è stato solamente quello all’ordine delle polemiche.
L’Arabia Saudita è un paese in cui vige l’autoritarismo, l’estremismo, un paese in cui i diritti delle minoranze non sono tutelati tantomeno rispettati. Un paese in cui il terrorismo è presente sia come minaccia che come arma politica. E questo lo abbiamo visto con il recente attacco nel corso del weekend di gara, all’impianto petrolifero Aramco – peraltro non lontano dal circuito di F1. Tutto questo si discosta da quello che la Formula 1 professa nei suoi slogan pacifisti e ambientalisti. Parole che diventano prive di significato nella cornice di Jeddah e in altri paesi in cui la maggior parte dei diritti, e dei principi vengono calpestati dal potere e dal denaro.
Arabia Saudita pronta al bis
Il ministro dello sport saudita, Abdulaziz Bin Turki Al-Faisal, ha recentemente dichiarato l’intenzione di voler ospitare due gran premi di Formula 1 nello stesso calendario. Il circuito di Jeddah, entrato come “provvisorio” in attesa della costruzione dell’impianto di Qiddiya, potrebbe dunque rimanere, o nel caso la F1 non concedesse una doppia tappa in Arabia, potrebbe alternarsi al nuovo tracciato che sarà pronto nel 2026.
“Se dovessimo avere l’opportunità, non diremmo certo di no. Vediamo bene i benefici di questi eventi per il nostro Regno, ed è per questo che investiamo così tanto – ha detto Al-Faisal. “Forse dalle vostre parti vi concentrate di più sullo sport, ma noi stiamo facendo lo stesso per quanto riguarda la cultura, l’intrattenimento, le mostre e molte altre cose che consideriamo. Potremmo sicuramente già ospitare due gare per questo motivo, ma credo che sia una cosa che dobbiamo discutere con la F1 e vedere come va. Ma posso dire che sicuramente ci piacerebbe molto poter avere 2 GP in una stagione”.
Il progetto ambizioso
Chiaro è che in un calendario già pieno, con 24 gare nel 2023 – il massimo concesso dal patto della concordia – oltre le 6 sprint, con richieste che aumentano di giorno in giorno sarà difficile trovare un posto per entrambi i circuiti. Tuttavia Al-Faisal, ha dichiarato che gli investimenti fatti per il circuito di Jeddah sono stati fatti anche in funzione di un’eventuale alternanza con il nuovo circuito di Qiddiya che ospiterà anche la MotoGP. “E’ già successo in Germania, tra Nurburgring e Hockenheim. Quindi potrebbe essere un’opzione anche per noi. Il nuovo tracciato sarà un luogo iconico per una gara di F1, ci sarà anche un parco a tema adiacente. Qiddiya è un progetto enorme, speriamo possano terminarlo in tempo. L’impianto dovrebbe essere terminato entro le aspettative del costruttore. Se così fosse, l’idea è quella di trasferire il gran premio nel nuovo impianto. Ciò che è certo, è che la MotoGP correrà a Qiddiya. A Jeddah le moto non potrebbero correre di certo”.
Fonte dichiarazioni: Motorsport.com