In casa Mercedes si cerca ancora una soluzione, una chiave, che possa portare la scuderia dagli 8 titoli iridati, nuovamente in lotta per le prime posizioni, adesso contese principalmente da Red Bull e Ferrari. La Mercedes non ha ancora il ritmo giusto e si trova nella scomoda e insolita posizione di chi deve recuperare.
Una posizione scomodissima per Lewis Hamilton, abituato ad avere una monoposto accomodante e che esaltasse le proprie qualità. Il titolo iridato numero 8, quello che, lo avrebbe incoronato il più grande tra i grandi, perso per un soffio nella lotta estrema con Max Verstappen, era diventato l’obiettivo della stagione 2022, con l’arrivo della nuova era.
Tuttavia questa nuova era vede davanti i piloti della generazione futura, e poi, più lontano, Lewis che si domanda, come noi, se potrà arrivare a lottare per le prime posizioni con Charles Leclerc e Max Verstappen.
Il progetto della W13 non si sta dimostrando così facile da gestire. La vettura manifesta più di altri il problema del porpoising, oltre a un eccessivo drag e la difficoltà nel trovare una configurazione che possa esaltare le prestazioni piuttosto che sacrificarle. A Jeddah il profilo molto scarico del flap dell’ala posteriore non ha prodotto i risultati sperati né ha risolto il problema di resistenza all’avanzamento. Ma risolvere questi problemi, almeno nell’immediato non sarebbe tanto facile.
Venendo dal primo back – to – back stagionale sarà fondamentale utilizzare al meglio questa settimana di pausa che ci porterà fino al Gran Premio d’Australia per mettere mano alla monoposto e azzerare il gap con gli altri team, attraverso un lavoro congiunto tra fabbrica, simulatore e pista. I prossimi aggiornamenti dovrebbero arrivare proprio nelle successive gare. Per l’Australia dovrebbe arrivare una nuova ala mentre per Imola un nuovo fondo.
La testata Auto Motor und Sport, riporta il commento di un ingegnere di Brackley dopo le prime due gare: “Pensavamo che a Jeddah ci sarebbero state meno rimbalzi perché la pista è più liscia. Ci siamo sbagliati. Ancora non capiamo appieno quali fattori scatenano il fenomeno. È un processo di apprendimento continuo”. L’ingegnere ha spiegato anche che le differenze nell’assetto dei due scudieri Mercedes erano minime. Lewis ha infatti, pagato a caro prezzo la decisione di optare per una configurazione azzardata, su una monoposto così imprevedibile.
Risolvere il problema del porpoising secondo George Russell, arrivato 5° a Jeddah, vorrebbe dire risolvere “il 99% dei problemi” che affliggono la monoposto della scuderia tedesca.
A Melbourne, prossima tappa del mondiale, sempre secondo quanto riportato dalla testata tedesca, dovrebbero arrivare degli aggiornamenti relativi a una nuova interpretazione del design dell’ala posteriore, nel tentativo di risolvere il problema del porpoising, evidenziato da tutti i team, ma in particolare da Mercedes, in queste prime fasi.