Articolo di Alessandro Rastrelli “Rastro”
Era il quarantaseiesimo giro del gran premio del Bahrain 2019. Leclerc era primo e ad un certo punto segnalò in un team radio la scritta “ENGINE” sul dashboard del volante. Questo fu l’inizio di un calvario che lo portò al ritiro a causa di un corto circuito interno ad una centralina di attuazione dell’iniezione motore. Quello fu un problema di affidabilità di un motore con una mappatura un po’ troppo estrema. Ad oggi la Ferrari ha imparato dai propri errori. La Rossa in Bahrain ha utilizzato una mappatura del motore più conservativa per evitare uno scenario simile al 2019, non solo in gara ma anche in qualifica.
L’analisi
Iniziamo l’analisi dal sabato. Dalla telemetria di Leclerc e Verstappen del Q3 delle qualifiche si può notare che Verstappen è più veloce nel primo settore, mentre nel secondo e terzo settore la Ferrari riesce a battere la Red Bull. Nel primo settore alla fine dei due rettilinei, quello prima di curva 1 e quello prima di curva 4, Verstappen riesce ad essere più veloce di Leclerc, mentre nelle curve lente all’apex hanno la stessa velocità. La vera differenza arriva nel secondo settore. In curva 5,6,7 dove si diceva che “la Ferrari andava più piano nelle curve veloci rispetto a Red Bull”, è successo esattamente il contrario. La Ferrari è riuscita ad essere più veloce nei cambi di direzione e nelle curve veloci nel confronto Leclerc e Verstappen, sintomo di una macchina ben riuscita anche nel misto. Nelle curve lente la Ferrari ha un enorme vantaggio nei confronti di tutti gli altri team. Leclerc riesce a fermare la macchina prima al punto di corda, e ad andare più piano in quel punto, in modo da far svoltare la macchina più velocemente, indirizzandola come un compasso e accelerando dalle curve lente meglio di tutte le altre macchine. Questa Ferrari ha davvero un buon motore. Il terzo settore è a favore del team di Maranello, che riscontra gli stessi vantaggi che si possono notare nel resto del giro: veloce nelle curve veloci, una velocità di punta bassa, ma una macchina facile da guidare e che accelera meglio della Red Bull e del resto della griglia. Ricapitolando gli intertempi: t1 a favore di Verstappen, t2 a favore di Leclerc e t3 a favore di Leclerc, grazie a un giro capolavoro tirato fuori all’ultimo tentativo da Leclerc, la Ferrari si mette in pole position in Bahrain.
Il momento decisivo: la gara
Il vero capolavoro Ferrari lo fa domenica. La Rossa vince con una doppietta dominando in Bahrain con Leclerc. Ricordiamo che l’ultima vittoria e doppietta Ferrari risale a Singapore 2019 con Vettel sul gradino più alto. Un autentico capolavoro con una Ferrari che avrebbe dato più di un minuto di distacco alla Mercedes, se non ci fosse stata la Safety Car (distacco tra Leclerc e Russell). Gli uomini di Maranello sono riusciti anche ad affrontare delle grandi difficoltà durante la gara. Leclerc, dopo aver effettuato il primo pit-stop e avendo reagito all’undercut di Verstappen, si è ritrovato con la batteria dell’ers completamente scarica. Infatti nonostante durante la sosta la batteria si ricarica, al rientro in pista la batteria si è scaricata più in fretta del previsto. Proprio per questo motivo dal box venne ordinato a Leclerc di passare a una mappatura della parte ibrida più conservativa, da SOC 6 a SOC 10, in particolare nel secondo settore dove Verstappen non riusciva ad attaccare il monegasco. La batteria non si ricaricava, nonostante Leclerc stesse utilizzando mappature molto conservative e che prediligono la ricarica a discapito delle prestazioni. Dopo un paio di giri con Leclerc che arrivava sul rettilineo a 280 km/h, mentre il suo rivale a 324 km/h, fortunatamente la batteria ha iniziato a caricarsi e Leclerc ha gareggiato normalmente senza nessun problema, che invece più tardi colpì il suo avversario Verstappen (problema alla pressione dei freni anteriori, all’engine brake e alla potenza in trazione dell’ers della parte ibrida). La soluzione di Leclerc e i problemi di Verstappen, portano il Monegasco a conquistare la sua terza vittoria in carriera in F1.
E adesso? Calma
Ora l’obiettivo per Leclerc e la Ferrari è il titolo piloti e costruttori, ma riusciranno ad essere competitivi per tutta la stagione? Una cosa è certa, questa prima gara, come è stato dichiarato da Binotto, nonostante il piccolo problema che ha avuto Leclerc in gara, entrambi i piloti montavano una Power Unit limitata, che erogava meno cavalli di potenza, in modo da essere sicuri della loro affidabilità. La scuderia di Maranello ha intenzione di massimizzare la potenza del proprio motore a partire dai prossimi GP, non da Jeddah, ma probabilmente a partire da Imola, una volta raccolti dati a sufficienza per garantire prestazioni e affidabilità a questo motore. In un momento dove sembra non ci siano avversari per Ferrari, eccezion fatta per Red Bull, è meglio essere più conservativi nelle mappature del motore che azzardare e rischiare di fare uno o due zeri.
Tutti a Gedda
Verso la fine del gran premio del Bahrain, il monegasco ha ben pensato di fare uno scherzo in un team radio fingendo di avere problemi al motore. Ovviamente il tutto si è tramutato in una risata finale da parte di tutti, con Binotto che forse è quello che l’ha presa meno bene, comprensibile, reduce dall’esperienza 2019. In conclusione, possiamo dire che questa Ferrari arriva a Jeddah con tutte le carte in mano per vincere. Motore performante, non hanno “quasi” mai avuto problemi di affidabilità, va forte nelle curve lente e veloci, quindi deve lottare per la vittoria. Sicuramente in una pista come Jeddah, Ferrari pagherà nei confronti di Red Bull un utilizzo di una mappatura più conservativa che potrebbe limitare la top speed e la Rossa non riuscirà a sfruttare il suo punto forte, ovvero le accelerazioni da bassa velocità, dato che a Jeddah ce ne sono poche. In compenso la Ferrari ha il pacchetto più completo in griglia e si giocherà la vittoria con la Red Bull e con un Verstappen agguerrito, che ha fame di rivalsa e di conquistare i suoi primi punti in campionato.