Il 2023 porta con sé già diverse aspettative. Nuovi giovani piloti, rivalità che si riaccendono al suono dei motori, team in parte rivoluzionati nell’organico e una battaglia tecnica che si fa sempre più accesa. Quali saranno i fattori che faranno la differenza nella prossima stagione e quali sono gli errori da non ripetere? Abbiamo parlato di questo e delle aspettative per il 2023 con Giuliano Duchessa, giornalista, analista, super appassionato e cofondatore di Formu1a.uno, nonché una delle fonti più accreditate e citate quando si parla della Ferrari e di tutto quello che le gravita attorno. Soprattutto quando si parla di indiscrezioni – come quella legata alla presentazione della nuova monoposto del team di Maranello – Giuliano è sempre in prima fila.
Giuliano, prima di toccare i temi più caldi del momento ti chiedo: siamo vicini alla chiusura dell’anno. Come valuti il 2022 della Formula 1?
“È stato un anno molto positivo per quanto riguarda l’audience e il pubblico, anche molto giovane. L’interesse della nuova generazione è aumentato, aspetto che invece prima non era tenuto in considerazione. Senza dubbio Netflix ha agevolato tutto, così come la super sfida mondiale targata Hamilton e Verstappen nel 2021. Tutti aspetti che hanno dato l’assist perfetto per l’arrivo dei nuovi regolamenti che hanno portato macchine un po’ più limitate sull’aspetto tecnico ma comunque in grado di regalare spettacolo. È stato un cambiamento verso un pubblico più generalista. L’anno prossimo ci saranno comunque altre novità riguardanti l’altezza delle vetture: il bordo del fondo sarà leggermente più alto e il pattino deve essere più alto rispetto al piano di riferimento per cercare di non avere più i problemi di saltellamento. La strada intrapresa ormai è quella, basti vedere anche nel 2026 con i nuovi motori privi di MGU-H. Si cercherà infatti di avvicinarsi un po’ di più all’ibrido stradale, ovvero 50% elettrico e 50% endotermico”.
Ferrari, via Binotto dentro Vasseur
Venendo invece al discorso Ferrari: come valuti l’addio di Binotto?
“Parliamo di un Binotto dimissionato, anche se non so se ha voluto prendere in contropiede la scuderia dopo che si era diffusa la notizia di Vasseur. In quella settimana, accompagnata dal Gran Premio di Abu Dhabi, c’è stata senza dubbio tanta pressione, ma era già tutto scritto. Io avrei preferito continuare con Binotto: parliamo di un’auto e di una squadra tutta sua che stava cercando di modellare. Naturalmente quando parliamo di Ferrari dobbiamo sempre considerare una grande azienda, molto difficile da cambiare in poco tempo. Se lo fai però ogni tre-quattro anni, fai troppa fatica a trovare continuità”.
Parlando dei risultati ottenuti in pista e per il lavoro svolto come team principal, ti era piaciuto?
“La stagione è iniziata troppo bene. Ci si aspettava una macchina competitiva, questo è ovvio, così come si era a conoscenza dei problemi di affidabilità, che però sono stati inaspettatamente più grandi di quelli che uno si potesse aspettare. Tutto questo non ha fatto altro che mettere ancor più pressione di quanto già un team come Ferrari abbia. L’errore porta a un altro errore, così come la pressione. Parliamo di una scuderia che non è come le altre, nel bene e nel male. Bisogna per questo avere la pazienza di correggere senza stravolgere, e mi auguro che Vasseur faccia così; credo che sia la cosa più intelligente”.
Al suo posto Vasseur, è l’uomo giusto per la Rossa?
“Non ho la conoscenza per poter dire se è o meno la persona giusta. Ho conosciuto Binotto e ti posso dire che è un tecnico di grandissimo profilo, anche se quando diventi team principal cambiamo un paio di cose. Un esempio è quel che riguarda l’aspetto politico in cui sicuramente poteva fare meglio mentre credo che Vasseur saprà avere il giusto pugno in queste situazioni. Con lui però si cambia: Binotto ha fatto un po’ da parafulmine in molte situazioni, il che era un bene sotto un certo punto di vista. Quest’anno invece credo che dovranno essere un po’ tutti più responsabili”.
L’annata della FIA
Giuliano, tocchiamo il capitolo FIA: come ti è sembrata la gestione con il caso Red Bull-budget cap? Mentre è stato giusto inserire a stagione in corso la direttiva tecnica?
“Per quel che riguarda il budget cap, essendo una regola finanziaria credo che quando commetti un’irregolarità devi avere una sanzione. Forse, essendo il primo anno, c’è stato un po’ troppo dialogo, però questo deriva da come vengono fatti i regolamenti. È una questione un po’ difficile da snocciolare, però credo che si debba essere molto rigidi. Sulla direttiva è un discorso particolare: qui è entrata in gioco la sicurezza, in cui la Federazione deve fare il possibile per non avere problemi, anche perché dovesse succedere qualcosa la FIA è la prima responsabile. È inevitabile però che la direttiva abbia condizionato l’azione in pista: le auto sono diventate molto più lente quando in realtà la questione del saltellamento è rientrata abbastanza tempestivamente”.
Parlando proprio della Red Bull, dove è secondo te cresciuto Max Verstappen e quanto l’essere due volte campione del mondo può fare la differenza?
“Il cambiamento c’è stato. Non ha sbagliato praticamente mai, anche se ti dico: mi è piaciuto particolarmente dopo i due ritiri di inizio stagione. Con un Leclerc che viaggiava, lui ha saputo mantenere la giusta tranquillità che lo ha portato al titolo. È un pilota estremamente cattivo dal punto di vista agonistico che in pista mi ricorda molto Schumacher. Poi è normale: più esperienza hai, più diventi inarrestabile”.
Focus 2023
Guardando la line up dei piloti, su chi poni particolarmente l’attenzione?
“Per me, sulla carta, Hamilton e Russell sono la coppia più forte. In Ferrari c’è Leclerc con un ottimo Sainz che ha saputo recuperare nel corso della stagione. Però dico: a bocce ferme, se mi chiedi chi può vincere il mondiale, in Ferrari penso Leclerc, in Red Bull Verstappen… mentre in Mercedes credo che entrambi i piloti possono farcela”.
Parlando sempre di regolamento, il numero di Sprint per l’anno prossimo è aumentato a sei. A Giuliano piace questo format?
“Non mi piace. In primis perché i piloti devono essere molto cauti e poi anche per il parco chiuso che parte già dal venerdì. La Sprint è un evento di spettacolo che serve per avere una gara in più. Io sono più dell’idea di fare due qualifiche, come era una volta, e trovare un modo per il quale il venerdì dal punto di vista di audience non sia inutile, togliendo soprattutto il parco chiuso. Bisognerebbe eliminarlo perché se venerdì è asciutto e domenica piove non posso modificare niente. Parlando con gli addetti ai lavori, considerando che nel 2023 ce ne saranno sei, mi hanno detto che per loro è una cosa infernale”.
FantaF1, le scelte di Giuliano Duchessa
Per il Duchessa team: mi dici tre piloti da tenere in considerazione per il FantaF1?
“Allora: prenderei Leclerc, Alonso che mi incuriosisce molto su Aston Martin e ti dico anche Nico Hulkenberg. Chissà dove mi poterà questa squadra!”.