Alla vigilia del Gran Premio di Silverstone la Red Bull si trova in testa alle classifiche di entrambi i campionati. Ma i risultati in pista non sono l’unica cosa per la quale la scuderia austriaca è sempre sulla bocca di tutti. I molteplici cambi e la gestione dei piloti riflettono infatti l’ambiente che si respira lì, dove vincere è l’unico “credo” professato. Chi vi entra, trova il tempo della propria permanenza scandito dal fastidioso rumore delle lancette. Un conto alla rovescia che si azzera dopo un risultato positivo. Non c’è tempo né spazio per i sentimentalismi o le seconde occasioni. La coppia formata da Verstappen e Perez, confermata appena un mese fa, con il rinnovo del messicano fino al 2024, funzionerà solo finché uno dei meccanismi non finirà per incepparsi. Nessuno è indispensabile, e Christian Horner non ha perso occasione per ribadirlo. Cosa che alimenta anche le speranze di quei giovani piloti che spingono per entrare nella massima categoria, o in un top team.
Perez e Verstappen non possono lottare per il titolo
Uno dei punti che il team principal della Red Bull, Christian Horner ha toccato nel corso del suo intervento all’evento Cambridge Union dell’Università di Cambridge, riguarda proprio il rapporto dei due piloti. La competizione tra i due, anche se evidenzia una particolare forza del team, rappresenta una grande minaccia. E questo anche al netto dell’importanza di Perez nella corsa al mondiale di Verstappen nel 2021.
“I piloti sono a disposizione della squadra, sono lì per lavorare per la squadra. Il compagno di squadra è una problema, la cosa peggiore che possa capitare a un pilota. Non esistono compagni, anzi il pilota che si ha affianco è il primo nemico perché è l’unica persona che ha i tuoi stessi mezzi. Può determinare la fine della tua carriera” – ha detto Horner – che ha poi proseguito: Il team viene pagato per la posizione nel campionato costruttori. Nessuno riceve un bonus perché il suo pilota vince il campionato piloti.”
Inoltre, precisa che la lotta di Perez non è con Max, ma con la Ferrari. “Rispetto al 2021 è diverso, sono auto e configurazioni del tutto nuove. Sergio però si trova a suo agio con la macchina e questo gli ha dato fiducia. Crede di poter diventare campione e questo però crea un’altra dinamica. La nostra competizione principale, infatti, è con la Ferrari, ma i piloti vogliono combattere tra loro. In questo caso però bisogna ricordargli che la macchina che guidano è frutto del lavoro di almeno 800 persone che l’hanno progettata, e che per questo va rispettata”.
Perez dovrà difendere il proprio posto
Il posto di Perez è ovviamente uno dei più ambiti dai giovani piloti che cercano un trampolino per lanciarsi o affermarsi nel Circus. Tra questi, c’erano anche i nomi di Gasly e Albon, entrambi declassati dopo un’esperienza breve nel team madre. La speranza per Pierre è sempre stata quella di poter tornare in Red Bull, ma nel 2023 la sua situazione, al netto anche dei contratti degli altri piloti, poteva solamente prevedere una permanenza in AlphaTauri. Una delle decisioni indirette che ha riguardato il futuro di Pierre è stata proprio quella di confermare Sergio Perez per altre due stagioni, come sottolineato anche da Horner, che è disposto a credere nel messicano ad una condizione.
“Abbiamo preso Sergio con noi per i prossimi anni, lasciando fuori gli altri, ad una condizione. Che mantenga un certo livello di prestazioni nei due anni a venire. Per qualcuno come Pierre Gasly, o Albon è incredibilmente frustrante sapere che quel posto rimarrà bloccato. Quello che cerchiamo di fare però, è aiutarli a rimanere in Formula 1, dando loro l’opportunità di mostrare il loro talento e vedere come crescono.“
Ultimo contratto per Checo?
L’età di Perez continua ad avanzare e questo condiziona il suo futuro e le prospettive che potrebbe avere al termine dell’avventura con Red Bull. Horner crede infatti che l’ultimo contratto in carriera sia proprio quello firmato dal messicano dopo la vittoria a Monaco: “Sergio non è più giovane, e gli altri piloti lo sanno. Questo potrebbe essere l’ultimo contratto che firmerà e che riaprirebbe, quindi le porte ai giovani”.