Non è stata di certo la gara che ci si aspettava. In Messico, Sergio Perez cercava riscatto. L’obiettivo del pilota Red Bull era portare a casa un ottimo risultato, in primis per poter festeggiare davanti ai propri tifosi (calorosissimi nei suoi confronti come sempre) oltre alla volontà di spegnere le continue voci sul suo futuro in Red Bull.
Un GP da dimenticare
Le cose, però, non sono andate esattamente come erano state programmate. Perez parte quinto, dietro a Ricciardo (quarto) e al suo compagno di squadra Verstappen (terzo). Allo spegnimento dei semafori, i due Red Bull partono alla grande. Perez si prende la terza posizione, con Leclerc che resta però imbottigliato tra le due RB19. Arrivati in curva 1, Perez entra come se non ci fosse un domani. Contatto con Leclerc e ritiro obbligatorio.
Horner difende Perez dopo l’incidente in Messico: “Ci ha provato”
Un finale davvero triste, soprattutto se si pensa alle aspettative di Perez per questo Gran Premio. A rassicurare, però, il pilota messicano, è il team principal della Red Bull Christian Horner che, questa volta, ha difeso al 100% l’incidente del suo pilota: “Sono molto dispiaciuto del fatto che Checo sia finito fuori alla prima curva, anche perché considera che aveva fatto la sua migliore partenza della stagione. È stato capace di prendere la scia dalle tre vetture che gli erano davanti e quindi è arrivato alla curva 1 molto forte. Ha cercato di prendere subito il primato nella sua gara di casa, onestamente non credo si possa biasimarlo più di tanto”.
“Se non ci avesse provato non sarebbe un pilota”
Per Perez non sta vivendo un momento semplice, Horner lo sa e spera che Checo sappia già rialzare la testa in vista del Brasile: “È evidente – ha ammesso Horner – che per lui sia un momento difficile, ma era davvero molto motivato perché era davanti al suo pubblico. Gli ho già detto però che ora deve concentrarsi sulla prossima gara in Brasile che è già in programma questo weekend, ma penso che sia giusto per un pilota provare a mettersi in testa nella propria gara di casa, altrimenti non saresti un pilota se non volessi vincere. Il ritiro? I danni al fondo erano davvero troppi per poter continuare”.