Dopo la prima gara del mondiale, l’attenzione dei grandi appassionati, oltre che sulla Ferrari, è rivolta sulla Mercedes. L’inizio della scuderia di Brackley non è stato di certo da incorniciare, nonostante il quinto posto portato a casa da Lewis Hamilton e il settimo da Russell. A preoccupare in casa Mercedes è il grandissimo distacco dalla Red Bull, che domenica scorsa ha condotto in maniera indisturbata la gara.
Inizio da dimenticare
51 secondi dalla Red Bull. Un dato incredibile se si pensa che, nel 2021, questi due team si giocavano il mondiale con Lewis Hamilton e Max Verstappen. A trionfare, come tutti sanno, fu l’olandese. Da quel momento, è iniziato il declino della Mercedes che si è aperto nel 2022 con la presentazione della W13. Una vettura che, inizialmente, si pensava potesse essere devastante. Aspettative assolutamente non confermate.
La speranza 2023
Il finale di stagione della scorsa annata però, caratterizzato dalla vittoria di George Russell, aveva fatto sperare Mercedes in vista del 2023. Alla presentazione della nuova W14, l’attesa era tanta. Tutti si chiedevano se a Brackley avessero deciso di cambiare la loro filosofia dei “zero sidepod”. Così non è stato: Mercedes è rimasta fedele al suo concetto aerodinamico che però, già dopo lo svolgimento dei test e della prima gara stagionale, sembra esser fallito. Chi non ha accettato questa soluzione è Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo, al termine della stagione ad Abu Dhabi, affermò: “Spero di non vedere mai più la W13 in vita mia”. Un messaggio forte, ma al contempo molto chiaro, indirizzato ovviamente ai suoi ingegneri.
Hamilton: “Non mi hanno ascoltato. Ammettessero l’errore”
Dichiarazioni che alla fine però non sono state ben accettate a Brackley, in quanto la filosofia della vettura non è cambiata. Scelta che non è stata apprezzata da Hamilton che, in un’intervista alla BBC, ha dichiarato: “Ho guidato così tante auto nella mia vita. So di cosa ha bisogno una macchina e cosa no. Ora si tratta davvero di responsabilità, ammettere e dire: ‘non ti abbiamo ascoltato e ora non siamo dove dovremmo essere’. In passato ho avuto molte macchine con questo comportamento, soprattutto ai tempi della McLaren e non so quando o come riusciremo a svoltare, però dovrà accadere“.