Nonostante la chiusura del trittico americano, per la Formula 1 potrebbe esser tempo di fare un piccolo passo indietro. Ad Austin, per la precisione. La ragione è legata al diritto di revisione applicato dalla Haas riguardate l’esito del GP degli USA. Un reclamo, quello svolto dal team americano, che potrebbe cambiare l’ordine di arrivo, già stravolto sul finale di gara dalla squalifica di Charles Leclerc e Lewis Hamilton.
La Haas si appella al diritto di revisione: cosa può cambiare al GP degli USA?
La domanda nasce comunque spontanea: ma cosa reclama in particolare la Haas? Il team capitanato in pista da Guenther Steiner chiederà la revisione dei diversi track limits in curva 6. Secondo la squadra americana, infatti, i direttori di gara non hanno segnalato diversi track limits, con un paio di piloti che avrebbero ricevuto cinque secondi di penalità. Qualora i piloti indagati dalla Haas dovessero davvero aver superato il limite di track limits, Nico Hulkenberg – nei piani del team americano – dovrebbe salire in settima posizione, centrando una zona punti che sarebbe fondamentale per la Haas, considerando l’ultimo posto nella classifica costruttori.
I piloti sotto investigazione
Una volta presentato il diritto di reclamo, la FIA ha indetto un‘udienza per la giornata di domani, mercoledì 8 novembre, in programma alle ore 15 italiane, le 14 nel Regno Unito. Le squadre convocate a partecipare alle videoconferenze, essendo dunque coinvolte nel reclamo esposto dalla Haas, sono Aston Martin (per quel che riguarda Stroll), Red Bull (Perez) e Williams (sia Albon che Sargeant).
I dettagli sulla revisione richiesta dalla Haas
La FIA, inoltre, ha comunicato che la videoconferenza sarà divisa in due parti: inizialmente sarà esaminato il materiale portato dalla Haas. Qualora quest’ultimo dovesse risultare come: “Nuovo elemento significativo e rilevante che non era disponibile per la parte che richiede la revisione al momento della decisione in questione”, sarà convocata “una seconda parte dell’Audizione in un momento da definire“. Allacciatevi forte, dunque, che il GP degli USA – dopo quasi tre settimane di ritardo – non può ancora ritenersi concluso.