Il nuovo Gran Premio ha scatenato una varietà di reazioni e sentimenti contrastanti. Esaminiamo tutti gli aspetti per ottenere una comprensione chiara del progetto e rispondere alla domanda fondamentale: Madrid, sì o no?
Cominciamo dalle basi. Il Gran Premio di Spagna si trasferirà a Madrid dal 2026 con un contratto decennale e avrà una configurazione completamente nuova, composta da sezioni sia stradali che non, con una lunghezza di 5.474 metri, 20 curve e un tempo di giro previsto di 1.32. Il circuito sarà costruito intorno a IFEMA (il centro espositivo di Madrid) e al Complesso di Valdebebas, sede della Città Sportiva del Real Madrid, che potrebbe beneficiare anche al club di calcio. L’aspetto più controverso è l’aggiunta di un altro circuito cittadino al calendario. Ma offrono davvero meno opportunità di sorpasso e sono meno adatti alle gare?
Per quanto riguarda i sorpassi nel 2023, Zandvoort è in testa con 188 sorpassi (17% del totale dei sorpassi della stagione e +188% rispetto all’anno precedente), seguito dal nuovo e controverso circuito cittadino di Las Vegas con 99 sorpassi (9% del totale). Subito dietro ci sono diversi circuiti, ciascuno con il 6% del totale, tra cui Abu Dhabi (70), Spagna (65), Austria (63) e Miami (62), un tracciato semi-urbano simile a ciò che Madrid vorrebbe diventare. Anche Singapore si comporta bene con 42 sorpassi (4% del totale), mentre Monaco supera Canada e Ungheria, rimanendo appena sotto Silverstone.
I circuiti cittadini potrebbero non essere i preferiti del pubblico, ma guardando i numeri hanno comunque possibilità di offrire ottime gare e, con l’arrivo di vetture più piccole, l’azione potrebbe intensificarsi. La zona fuori città di Madrid è progettata per i sorpassi e le strade della città sono anche ampie, ma il design finale del circuito deve ancora essere sottoposto alle regolamentazioni della FIA e della FOM.
Parola d’ordine: Sostenibilità
L’obiettivo della F1 di raggiungere zero emissioni entro il 2030, con una tappa importante di transizione verso carburanti completamente sostenibili entro il 2026, è molto presente in tutte le aree dello sport. Madrid si distinguerà anche per la sua attenzione al trasporto dei fan e all’accessibilità, con l’obiettivo di avere un impatto positivo sulle emissioni complessive del Gran Premio. 90% dei visitatori saranno in grado di raggiungere il circuito con i mezzi pubblici, un punto forte per gli obiettivi green che andrà a migliorare anche l’esperienza complessiva dei fan, con circa 110.000 spettatori previsti. Mentre Barcellona era già il circuito più sostenibile nel calendario, Madrid aspira a prendersi la pole con la sede di IFEMA che utilizza già il 100% di energia rinnovabile.
In Spagna non dimenticano il disastro di Valencia
Circolano voci diverse in Spagna, ma una questione che risuona molto è il caso del Gran Premio di Valencia, la città che ha ospitato il Gran Premio di Spagna dal 2008 al 2012. Un circuito cittadino creato con la promessa del partito di destra Partido Popular di zero investimenti pubblici ma che oggi è completamente abbandonato, con risultati economici lontani da quelli promessi e un debito pubblico fino a $300 milioni che la città (e i cittadini) stanno ancora pagando. Gli ex leader del progetto, tra cui Bernie Ecclestone (ex CEO della F1) e Francisco Camps (ex Presidente della Regione di Valencia), hanno entrambi affrontato accuse di corruzione per diverse motivazioni, il secondo proprio per la gestione e il finanziamento irregolare del Gran Premio.
La questione dunque rimane all’ordine del giorno per gli spagnoli, poiché Isabel Díaz Ayuso (Presidentessa della Regione di Madrid) e Jose Luís González Almeida (Sindaco di Madrid), entrambi del Partido Popular, hanno promesso 10.000 posti di lavoro e un ritorno di 450 milioni di euro per l’evento di Madrid. Secondo il report sull’impatto economico del Gran Premio d’Australia del 2023, realizzato da Ernst & Young, sono stati generati 1.149 posti di lavoro a tempo determinato con un impatto economico di $268 milioni e, sebbene Madrid possa essere più accessibile ai fan europei, c’è scetticismo sulle promesse ambiziose fatte.
Madrid segna la fine di Barcellona?
Il futuro del Circuit de Barcelona-Catalunya aggiunge complessità. Montmelò è un circuito tradizionale, ampiamente utilizzato per scopi di test, e ha implementato recenti modifiche al tracciato per migliorare le gare, ma potrebbe giungere al termine con il Gran Premio di Spagna che si trasferisce nella capitale spagnola, anche se al momento nulla è confermato, e persino Stefano Domenicali ha dichiarato che non bisognerebbe escludere l’uno o l’altro.
Il contratto con Barcellona, che scade nel 2026, offre l’opportunità di vedere entrambi i Gran Premi coesistere, almeno per un anno. Il Circuit ha manifestato il desiderio di prolungare il contratto, ma la realtà è che con un calendario F1 così fitto, è improbabile avere due Gran Premi nello stesso paese. Barcellona inoltre, affronta questioni irrisolte nei prossimi anni, come la scarsa accessibilità pubblica nell’ultima edizione, dove i fan hanno aspettato più di due ore per accedere al circuito, con esperienze claustrofobiche nel lasciare l’area dopo la gara.
Madrid ha ancora diverse compiti essenziali da completare prima di unirsi al calendario della F1, tra cui ottenere l’omologazione FIA per il tracciato e ottenere l’approvazione ufficiale sia dalla FIA che dal Consiglio Mondiale del Motorsport, il che non è previsto prima di ottobre 2025. Mentre l’annuncio ha sancito l’accordo ufficiale tra Liberty Media e Madrid, mancava qualsiasi rappresentazione o menzione della FIA o della Federazione Spagnola di Sport Automobilistico, due entità cruciali per la realizzazione di un Gran Premio di Formula 1 a Madrid. Entità che definiranno il tracciato definitivo, determinante per classificare Madrid come un totale fallimento o, come è successo con Las Vegas, una buona sorpresa.