Il primo week-end della stagione 2023 di F1 in Bahrain è ormai alle spalle. La tappa successiva in programma questo fine settimana è sempre nel deserto, stavolta in Arabia Saudita, sul circuito di Jeddah.
GP Jeddah: solo due gran premi, ma con battaglie mozzafiato
Il Jeddah Corniche Circuit è stato progettato dal noto ingegnere tedesco Hermann Tilke, conosciuto perché realizzatore di moltissimi altri circuiti omologati per la massima categoria del motorsport. Ad esempio, quello a Istanbul o in Malesia.
Il vero circuito arabo, però, non sarebbe dovuto essere collocato qui. Infatti, questo è un circuito temporaneo che verrà usato fino all’ultimazione di quello di Qiddiya, che andrà poi ad ospitare tutte le categorie sotto il controllo della FIA. Le uniche due edizioni che si sarebbero dovute disputare prima di vedere il circuito permanente sarebbero dovute essere quella del 2021 e quella del 2022. I lavori, però, si sono protratti per un tempo non calcolato dagli ingegneri e, nel gennaio di quest’anno, è stato reso noto che il circuito di Jeddah verrà usato almeno fino al 2027.
In tutte e due le gare abbiamo assistito a battaglie epiche che, probabilmente, rimarranno negli annali del circuito. Nel gran premio inaugurale, ad esempio, infuriava la battaglia Verstappen-Hamilton che li ha poi portati ad un incidente sul rettilineo dell’ultima curva.
Velocità elevatissime con muretti vicinissimi: un mix praticamente perfetto
A differenza degli altri tracciati cittadini costruiti dallo stesso Tilke, questo non doveva ripetere gli errori fatti negli anni precedenti. Si è deciso quindi di non inserire curve a 90° o aree troppo lente, ma di creare un qualcosa di molto scorrevole e spettacolare. Ecco il circuito finale.
È lungo 6174 m, il secondo del calendario, dietro solo a quello di Spa-Francorchamps con i suoi 7004 m. La velocità media più alta raggiunta è di 252.8 km/h, fatta registrare da Hamilton con la sua pole nel 2021; in questo giro, il cronometro si è fermato sull’1’27”511, ovvero l’attuale record della pista.
Degrado gomme: c’è da preoccuparsi?
Un aspetto di cui tutti i team dovranno preoccuparsi è sicuramente il degrado gomme. Questa pista, pur essendo in una zona desertica, non è soggetta a fenomeni quali tempeste di sabbia. Dunque, non ne dovremmo vedere sul manto stradale. Anche per questo, la Pirelli ha deciso di portare una mescola più morbida per ogni tipo: la Hard sarà la C2, la Medium la C3 e la Soft la C4.
Una mescola più morbida normalmente comporta più usura, ma con l’uso di ali ad alto-medio carico (stile Bahrain) questo fenomeno dovrebbe diminuire. Inoltre, questa conformazione di carico aerodinamico sarà importantissima perché, pur essendo la top speed la caratteristica principale del circuito, non sarà semplice mantenere stabile la vettura in curve con quelle velocità. Per questo è consigliata una maggiore forza al posteriore che tenga ben salda la vettura al terreno.
Ma per il GP di Jeddah, alla fine, chi sono i favoriti?
È vero, siamo solo alla seconda gara, e ciò vuol dire che è complicatissimo riuscire ad intuire chi possa spuntarla.
Ovviamente, Red Bull si è dimostrata ancora una volta la più forte, sia a livello di velocità pura sia di resistenza aerodinamica. Sarebbe quindi sbagliato non metterla come la favorita numero uno per la vittoria del gran premio.
Un’altra vettura che però potrebbe sorprendere è la Ferrari: la macchina è stata progettata soprattutto per avere un motore super-potente ed affidabile. Se tutti i problemi visti in Bahrain fossero stati risolti, potremmo vedere ancora una volta una lotta Toro VS Cavallino, viste le velocità massime fatte segnare dalla Rossa sul circuito di Sakhir.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO