Sessione fondamentale in vista della giornata di domani quella delle FP2. Il vento l’ha fatta ancora da padrone sul tracciato caucasico, mentre l’asfalto è andato raffreddandosi rispetto alla precedente sessione: l’escursione termica è notevole e domenica potrebbe rappresentare un fattore nell’ottica della gestione gomme.
Leclerc la spunta, dietro le due Red Bull
Il monegasco la mette davanti a tutti con un 1:43.244. Perez insegue a due decimi e mezzo, e Verstappen è quasi a quattro decimi. Quarto Alonso a Sorpresa davanti a Sainz; un’Alpine che sul dritto fa paura: 342 km/h, ma paga un po’ nel guidato. Il passo gara della rossa è stato sorprendente, ma Red Bull non è lontana, dunque non ci rimane che vedere se a Milton Keynes arriveranno alle FP3 con un setup adatto a reclamare la leadership su quella che sulla carta è una pista Red Bull.
Ferrari… mette le ali?
Sembra una profanazione ma c’è un fondo di verità: da Maranello è arrivata la tanto attesa ala nuova a basso carico che c’era anche a Miami, ma non era stata usata. Le ali nuove di zecca sono state provate da entrambi i piloti per raccogliere dati utili in vista del weekend.
I primi riscontri circa la velocità non sono affatto male: 8 km/h in più alla speed trap rispetto alle FP1, e di conseguenza, un terzo settore nettamente migliore rispetto alla sessione delle 13:00. Ciò che impressiona di più però è l’efficienza aerodinamica ad ala aperta, dove la rossa sembra più simile a Red Bull, fin ora regina indiscussa nel ‘campo’. Nonostante tutto, il porpoising non è sparito sulla F1-75.
Red Bull aggiusta l’ala mobile
La macchina di Perez e Verstappen pare adattarsi bene, ma per stare al passo con la competitività della F1-75 i tecnici del toro alato non possono permettersi errori. Il rettilineo lungo è la comfort zone della RB18 di Newey, dove esprime il suo massimo potenziale a DRS aperto… quando funziona bene; Perché i meccanici hanno lavorato fino all’ultimo, persino con il flessibile, per sistemare l’ala mobile del campione in carica che nelle FP1 ballava pericolosamente quando aperta.
Mercedes: cambia la sessione ma non il porpoising
Il saltellamento che si era visto nelle FP1 non è calato nelle FP2. I tecnici di Brakley hanno cercato di fare degli aggiustamenti per attenuare il fastidioso fenomeno, ma niente da fare. Hamilton chiude 12esimo e Russell settimo a un secondo e tre dalla vetta. Hamilton addirittura, quando gli viene comunicato il distacco dal tempo di Leclerc, rimane sbigottito in radio.
E il resto della griglia?
Si riconferma AlphaTauri: Gasly sesto e Tsuonoda ottavo. Ocon è nono con Norris alle spalle; il compagno dell’inglese è 14esimo. Vettel e Stroll chiudono in undicesima e tredicesima posizione, le bocche di ingresso delle pance Aston Martin hanno ispirato Alpine, che le ha replicate in modo più o meno simile. Bottas davanti a Zhou al 15esimo posto. Magnussen 17esimo e Schumacher penultimo. Albon chiude 18esimo dopo aver acceso le FP2 rischiando danni pesanti alla sua monoposto: il thailandese ha chiuso la quartultima curva troppo presto sfiorando, o forse anche qualcosa di più, il muro alla sua destra. Ultimo Latifi.