Siamo tornati in America. Il Circuit of the Americas di Austin, con le sue curve veloci e il dislivello da montagne russe, promette sempre un GP che diventa spettacolo. Ma se negli anni scorsi ci si aspettava un Charles Leclerc subito incisivo nei tempi, stavolta l’atmosfera è diversa. A pochi secondi dall’inizio della sessione si percepisce già: le gerarchie del 2025 non sono più le stesse. E McLaren e un Hulkenberg a sorpresa subito ce lo fanno capire.
McLaren domina la scena
La squadra di Woking ha ormai messo le mani sul titolo costruttori e il duello interno tra Oscar Piastri e Lando Norris per il mondiale piloti è diventato la storia principale di questa fase finale del campionato. Piastri sembra più costante, ma Norris non ha alcuna intenzione di cedere. C’è anche da ricordare che questo è un weekend Sprint: una sola sessione di prove libere, poi subito qualifiche. Ogni minuto in pista conta e le lotte da box dovrebbero essere lasciate fuori.
Perché spesso non si parla solo di prestazioni: nel paddock si continua a parlare del comportamento di Lando a Singapore, dove avrebbe “sfiorato” Piastri in curva 1. Il giallo dell’avvertimento ricevuto continua a far discutere. In molti lo considerano eccessivo, altri troppo leggero. Ma il punto è che, tra i due, la tensione cresce mentre dietro di loro incombe sempre l’olandese volante. E Verstappen è pronto a infilarsi al primo errore.
Prime battute: ritmo, errori e bandiere rosse
Tutti iniziano con gomma dura. Nei primi dieci minuti Norris, Sainz e Verstappen si alternano al vertice della classifica. Hadjar sbaglia e finisce largo, quasi sfiorando i cartelli pubblicitari. Hamilton, invece, si inserisce silenziosamente nel gruppo di testa e, al minuto 37, segna il miglior tempo prima della bandiera rossa provocata dai detriti lasciati da Stroll.
Ripresa la sessione, Bearman con la Haas finisce nella ghiaia, mentre altri si concentrano su simulazioni passo gara. Verstappen e Norris si studiano, chi lavora sul ritmo, chi sulle mescole. Il primo settore, come sempre, si rivela critico: sconnesso, pieno di vibrazioni e difficile da interpretare, tranne per McLaren che pare aver compreso un po’ di più questo Gp a Austin.

Voci e segnali da Maranello
Dal box Ferrari arriva la solita calma apparente. L’ha definita così anche Hamilton: “Io, Fred e tutto il team stiamo lavorando molto duro per il futuro”. Una frase diplomatica, ma che suona come un segnale di transizione. La SF-25 sembra soffrire le sconnessioni di Austin e per ora i tempi non raccontano una storia brillante. Con una sola ora di prove a disposizione, i team hanno dovuto scegliere: concentrarsi sulla qualifica o sulla gestione gomme.
A dieci minuti dalla fine, iniziano le simulazioni di qualifica: Leclerc lamenta problemi alle gomme e un sospetto odore d’olio, costringendolo a un rapido pit stop per casco, volante e guanti. Nessuna vera simulazione per lui. Il risultato è una sessione frammentata, con tanti piccoli indizi ma poche certezze. McLaren, ancora una volta, sembra avere il pacchetto più solido. Ferrari resta nell’ombra. Verstappen osserva.
In attesa della Sprint
Già questa sera si entra nel vivo e la Sprint potrà ribaltare ogni equilibrio. Ma per ora, Austin ha già mandato un messaggio chiaro. Le Red Bull sembrano tornate in forma, dividendosi i tempi con Alonso e Hamilton e le papaya. Gli equilibri del mondiale si muovono e c’è chi sospetta due mappature diverse tra i piloti McLaren, un piccolo segnale di tensione, forse di strategia in questo in questo GP di Austin. Dopo le ultime prove di partenza, il cronometro parla chiaro:
1. Norris – 2. Hülkenberg – 3. Piastri – 4. Alonso – 5. Verstappen.
Una top five che racconta un equilibrio nuovo, quasi instabile. Si torna in pista a mezzanotte per la Sprint Qualifying. E nel mentre smontano la Ferrari di Leclerc…
It's Lando who leads Nico and Oscar! 👀
Here's the full classification from practice here in Austin 📊👇#F1 #USGP pic.twitter.com/jQ38DgPjvg
— Formula 1 (@F1) October 17, 2025