Il format sprint è ormai diventato normalità nella Formula 1 che conosciamo oggi. Introdotto nel 2021, ha fatto parlare non poco di sé, tra chi difendeva l’iniziativa di Liberty Media, e chi urlava alla profanazione della tradizione. La stagione appena conclusa, tiranneggiata dalla Red Bull, ha visto disputare ben sei gare sprint, e la massima serie non sembra intenzionata a disfarsene. Questa nuova direzione lascia perplessi non pochi appassionati, convinti che lo sport potrebbe farne a meno. Quanto ha regalato ai tifosi questo format durante la stagione 2023? Ma soprattutto, insistere con le sprint conviene davvero alla Formula 1?
Sei sprint in arrivo, ma l’Europa va scemando
I vertici hanno deciso: nel 2024 si disputeranno sei sprint. Il numero è lo stesso di quest’anno, ma c’è una piccola modifica. All’Europa, infatti, rimane solo un weekend caratterizzato da questo formato, quello Austriaco. Tra le altre tappe troviamo l’ingresso di Cina e Miami, le quali affiancheranno le già presenti Austin, Interlagos e Lusail. Se ne vanno quindi Baku e Spa, a testimonianza del fatto che gli investimenti sono concentrati sempre più verso altri lidi.
Che la Formula 1 non fosse più euro-centrica lo si era capito da qualche stagione, e i nuovi contratti asiatici e americani testimoniano ancor di più la tendenza. Così, Miami diventa il secondo dei tre weekend statunitensi ad ospitare la garetta del sabato, presente anche sul fronte asiatico con il tanto atteso rientro della Cina, e in medio oriente. Se Liberty usa il format per sollecitare interesse laddove intende attrarre affari un motivo ci sarà. A ragion veduta, infatti, la garetta attira spettatori. Lo ha riferito anche Stefano Domenicali, rivelando come gli ascolti del venerdì siano in questi dibattuti weekend in netto rialzo. Le tasche dei vertici si riempiono, ma gli altri ne giovano?
Piloti, team e spettatori: quanto garba il format?
A detta di chi guida per mestiere, il format non dispiace affatto. Piloti come Leclerc e Norris hanno rivelato come il format sia entusiasmante. In merito, è interessante il parere del pilota ferrarista, secondo cui 6 sia il numero massimo di sprint da disputare nell’arco di una stagione. Non è impossibile che il pensiero del sedici sia influenzato da quanto vede dietro le quinte. Il lavoro extra di ingegneri e meccanici è un dato di fatto, e le sei garette non sono proprio una piuma se aggiunte a stagioni di venti e passa gare. Se si aggiunge poi lo stress del dover trovare la quadra con una sola ora di prove libere a disposizione – con il rischio neanche troppo utopico di gettare all’aria un weekend -, il fine settimana in analisi fa dormire sogni tutt’altro che tranquilli agli addetti ai lavori.
L’aumento degli ascolti del venerdì, però, non basta, soprattutto se gli stessi spettatori vengono delusi il sabato nonostante le – probabili – alte aspettative maturate il giorno prima. Ciò che attende i fan il sabato è, solitamente, una gara noiosa. Sono state troppo poche le sprint memorabili, e se si aggiunge il fatto che il terzo di gara che si corre è di fatto uno spoiler del primo stint domenicale – e dei valori generali -, la garetta perde tutta l’importanza che Liberty cerca di affibbiarle. C’è un dato in particolare che fa pensare: la percentuale di punti portati a casa da Verstappen è Perez è pressoché identica a quella guadagnata durante le gare normali. Se non basta questo a testimoniare il fatto che il formato in esame non aggiunga niente alle gare normali…
Insistere conviene davvero?
Per rispondere alla domanda posta all’inizio… beh, non si può. Non si può perché la direzione è chiara, ovvero che il format non verrà smantellato, quantomeno nel medio periodo. Non si può perché ciò che sembra contare di più, ovvero i conti e gli investimenti, non ci sono noti. E non si può perché suggerire quale parere conti di più tra gli attori presi in causa sarebbe un esercizio troppo grande, e forse senza una risposta giusta.
L’unica cosa che si può fare è suggerire. Volendo fare gli avvocati degli appassionati, l’unico consiglio, anzi, auspicio, è che si pensi più a questi ultimi. Ma in che senso? Anziché vederli solo come fonte d’introito, sarebbe auspicabile che i fan vengano premiati con qualcosa di più interessante. Visto che l’intenzione è proseguire su questa linea, non sarebbe terribile se Liberty ammettesse indirettamente che la noia la faccia da padrone durante la garetta del sabato, sperimentando qualcosa di diverso. Già scorporare le classifiche, dedicandone una alle sprint, sarebbe più coerente con un weekend di fatto già diviso. Se poi si vuole osare visto che il profano la fa ormai da padrone, sarebbe interessante mettere alla prova le squadre con la famigerata griglia invertita.
Insomma, l’appello è sempre lo stesso, ovvero quello che di cercare coerenza. La speranza è che Liberty continui a sperimentare. Lo status quo non entusiasma quasi nessuno, dunque, se la direzione troverà un modo per conciliare i suoi interessi con quelli dei fan, non saranno in pochi ad esserne contenti.
FONTE: La Gazzetta dello Sport