La F1, nel 2022, ha fatto un grandissimo balzo in avanti con queste nuove vetture che hanno reso migliore lo spettacolo in pista facendo appassionare tantissimi nuovi tifosi. Ma il cambiamento non si ferma mai e, proprio per questo, nel 2026 si avrà un nuovo cambio di regolamento che stavolta intaccherà maggiormente i motori.
Tutti ad aspettare il 2023, ma la testa è già al 2026
I preparativi per la stagione 2023 sono già iniziati, con anche l’ultimo week-end ad Abu Dhabi che ha visto sventolare la bandiera a scacchi. Ma Liberty Media e, quindi, la stessa F1 guarda sempre avanti e con lo sguardo è già al 2026: infatti, sono già state presentate alcune richieste per entrare a far parte dei motoristi, ovvero coloro che forniranno i motori alle varie scuderie; questi sono Mercedes, Audi e Red Bull Powertrains. La strana situazione in cui si trovano Honda e Porsche li ha portati a presentare domanda con, però, un punto interrogativo visto che nessuna delle due case produttrici ha un contratto con un team. Fa scalpore l’assenza in questo elenco di Ferrari che ha annunciato di voler chiarire alcuni aspetti con la FIA, così come l’Alpine.
Finito il binomio Red Bull-Honda? Forse, o forse no
Una delle perplessità che Ferrari ha presentato alla Federazione riguarda Red Bull e Honda: in una lotta al campionato piloti, tutto può infatti fare la differenza, e la Scuderia di Maranello questo lo sa bene, contando ben 15 campionati piloti e 16 campionati costruttori. Gli avvocati Ferrari hanno infatti chiesto se, in caso il colosso giapponese decidesse di riassociarsi con il team austriaco, avrebbe percepito il bonus new entry destinato a tutti coloro che entrano a far parte del circus.
Le parole di Horner
Il team principal della Red Bull, Christian Horner, non ha però parlato di questo argomento, parlando solamente di come quella del 2026 sarà una grande sfida. Queste le sue parole: “Noi ci siamo iscritti come nuovo motorista per il 2026, come Red Bull Powertrains. Si tratta di un momento emozionante per la nostra azienda, una nuova sfida da affrontare che ci darà molto da fare da qui al 2026”.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO