In Qatar è stata una vera e propria gara ad eliminazione. Oltre al caldo, all’umidità e all’alta intensità della gara con le tre soste obbligate gran parte delle lamentele si sono basate anche sul problema dei track limits. Solo un pilota, Max Verstappen non ha ricevuto un warning nel corso dei 57 giri, ma ormai siamo abituati a vederlo gestire tutt’altro tipo di gara rispetto ai compagni. Per tutti gli altri oltre agli avvisi sono fioccate penalità, anche fin troppe. La FIA dovrà dunque decidere come comportarsi, dato che su determinate piste in cui corrono altre categorie, soprattutto quelle a due ruote non si può risolvere la questione track limits con della semplice ghiaia. Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha lanciato una dura critica ai circuiti della Formula 1 che continuano a lottare con i problemi dei track limits, minacciando di escluderli dal calendario della competizione.
Caos track limits, una situazione difficile da gestire
Perez, Gasly, Stroll, Albon hanno ricevuto più di una penalità – due nel caso di Albon e Stroll, tre per Gasly e Perez – per aver superato i limiti del tracciato. Ancor prima della gara, in qualifica sono stati diversi i casi di track limits, con Norris e Piastri sentenziati a fine Q3 dopo aver ottenuto rispettivamente la seconda e terza posizione, durante le interviste. Situazioni del genere finiscono solo per demolire uno sport la cui natura è proprio quella di superare determinati limiti, che sia nel campo tecnico o in pista. Più volte piloti, team si sono lamentati del caos generale che milita su piste in cui i track limits hanno un impatto importante. A Losail Leclerc, nella Sprint li ha superati ben 4 volte in un solo giro.
Il problema principale è che non ci sono al momento delle soluzioni che permettano di rendere la vita facile a tutte le categorie che corrono su determinate piste. Abolirli del tutto non sarebbe possibile in quanto se non ci fossero limiti, i piloti potrebbero teoricamente utilizzare tutte le aree di fuga in asfalto per trovare un percorso più veloce e comodo. Il problema principale è determinare se una vettura li supera. Questo processo non è sempre immediato e questo perché di solito si ritiene che un pilota abbia “superato i limiti della pista” se mette tutte e quattro le ruote oltre il limite stabilito. Nonostante di solito si usi la linea bianca come riferimento, in precedenza per contrassegnare questo punto veniva utilizzato anche il bordo esterno del cordolo.
La FIA pensa all’abolizione di certe piste per via dei track limits
I limiti della pista variano da gara a gara a seconda della natura della pista. La FIA che decide i limiti esatti prima del weekend e inizia ad applicarli già dalle prove libere, con una maggiore attenzione ovviamente alla gara e in qualifica. Durante la gara i piloti ricevono due avvertimenti prima che venga loro mostrata una bandiera bianca e nera. E dalla quarta infrazione scatta la penalità. Una delle questioni sollevate dai piloti è che secondo loro non dovrebbero essere così duri con i limiti di pista se non c’è un effettivo vantaggio da ottenere.
Dopo il caotico fine settimana nel Gran Premio del Qatar, segnato da confusione riguardo track limits, posizioni in griglia mescolate e una serie di penalità, il presidente della FIA Ben Sulayem ha dichiarato che tali situazioni sono inaccettabili per il massimo livello del Motorsport. Nel caso del Qatar il problema che ha portato la FIA e Pirelli ad intervenire anche con le tre soste obbligatorie è legato ai cordoli del tracciato di Losail. Secondo il presidente della FIA, l’obiettivo non è solamente far sì che la FIA intervenga più efficacemente per gestire le trasgressioni, ma piuttosto spingere i circuiti problematici, come il Qatar e l’Austria, a modificare il layout per scoraggiare i piloti dal superare i limiti della pista. Questo non solo garantirebbe una competizione più equa, ma ridurrebbe anche il rischio di situazioni pericolose in pista.
Escludere l’Austria e il Red Bull Ring sarebbe veramente una brutta perdita per la Formula 1. Ma è pur vero che episodi come quello dell’edizione di quest’anno, con cambi classifica arrivati a fine Gran Premio e più di 64 segnalazioni per track limits non sono una buona pubblicità per la F1.
Le parole di Ben Sulayem
Intervistato da Motorsport.com Ben Sulayem ha dichiarato: “In Qatar abbiamo avuto lo stesso problema del GP d’Austria. La soluzione è migliorare la pista stessa. So che alcuni sono restii a farlo, ma a dire la verità, se non lo fanno, non c’è gara. È così semplice. Non possiamo permettercelo. Dobbiamo lavorare su una soluzione. La ghiaia non è una soluzione perché bisogna trovare un compromesso tra la profondità e la grandezza anche della ghiaia affinché non danneggi le macchine. L’uso della tecnologia dovrebbe esserci. Viene utilizzato in molte aree, ma la FIA ha bisogno di più risorse per investire nuovamente in questo sport. Si tratta di un’operazione da 20 miliardi di dollari e non possiamo gestirla con pochi soldi.”
In conclusione Ben Sulayem chiama in causa anche F1 sostenendo che è cruciale raggiungere un accordo più solido con Liberty Media per ottenere i finanziamenti sufficienti, in modo tale da operare in modo più efficiente. “Vorremmo avere un accordo migliore. La nostra missione è diversa da Liberty ma alla fine siamo sulla stessa barca e se miglioriamo noi migliorano le squadre e lo sport.”