L’annata 2023 della FIA, non è una sorpresa, non è stata delle migliori. Durante l’arco della stagione, numerose sono state le decisioni – o le mancate prese di posizione – che hanno fatto parlare non troppo bene della federazione. La Formula 1 ha bisogno di un legislatore deciso e presente; cosa che da sin troppi anni manca all’interno del circus. Ripercorriamo l’annata della FIA e capiamo perché quella del 2023 è stata una stagione, come le precedenti, decisamente sotto le aspettative.
Capitolo track limits: finirà mai?
Per rispondere al quesito del titoletto: probabilmente no, a meno che la federazione non cambi rotta smettendo di adottare metodologie lacunose. Non ci si dimenticherà facilmente delle 1200 violazioni verificatesi in Austria. I commissari ci misero cinque ore per controllare tutto, cambiando persino l’ordine di arrivo una volta terminata l’analisi.
L’altro aneddoto che ha fatto parlare di sé nella stessa materia è molto più recente. In Qatar, infatti, fece scalpore l’impreparazione della federazione nel prevedere il problema dei cordoli. I piloti, passando sopra questi ultimi, danneggiavano gravemente le gomme Pirelli, creando in esse micro fratture che costringevano le squadre a pit-stop precoci.
Dal medio oriente agli States
Rimanendo in Qatar, dopo la corsa si è parlato molto dei malesseri avvenuti durante il gran premio. Svenimenti e ricoveri hanno atteso molti piloti dopo la bandiera a scacchi, il tutto a causa di una temperatura elevatissima, nonché di un’umidità che rendeva l’aria quasi irrespirabile da dentro l’abitacolo. La FIA ha, con un comunicato, sancito che d’ora in avanti adotterà dei criteri per stabilire se poter correre o meno. Il tutto non è stato ancora messo in atto, ma perlomeno ci sono i buoni propositi, da vedere se poi verranno rispettati.
Andando negli Stati Uniti, c’è stato un altro weekend che ha avuto ben due questioni su cui discutere. Stiamo parlando di Las Vegas. In Nevada, c’era inizialmente il dubbio sulla possibilità di correre in modo sicuro o meno. L’incertezza riguardava le basse temperature previste, poi nella realtà dei fatti accettabili per gareggiare. In quell’occasione l’indiziato numero uno era Liberty, organizzatore del gran premio. In questo caso, tuttavia, la questione riguardava la sicurezza. Nonostante ciò, la federazione non ha nemmeno sollevato la questione, nemmeno prima che Ross Brawn – secondo di Liberty – ammettesse di non aver preso in considerazione il problema fino a pochi giorni dal weekend.
La seconda questione riguardava l’olio lasciato in griglia dalla macchina che scarrozzava Piastri durante la parata. A detta dei piloti, non era nemmeno la prima volta che accadeva qualcosa del genere. Fa strano pensare che, nonostante questo problema sia così vicino alla realtà, la federazione non abbia mai messo in atto misure per verificare eventuali inconvenienti prima della partenza.
Ecco perché di questo passo non cambierà nulla
Prima di concludere, è utile ai fini dell’analisi citare qualche altro capriccio. Dall’incostanza delle valutazioni disciplinari in materia di impeding – si veda Verstappen a Singapore -; all’inefficacia delle penalità previste in caso di sforamento del budget cap; fino ad arrivare al costante cambio di rotta circa le direttive tecniche. Insomma, un dossier di questioni a dir poco esagerato per il legislatore di uno sport che si eleva a “pinnacolo” nella sua categoria.
Il problema, anzi, i problemi, sono sempre gli stessi. La FIA – l’ha dimostrato nell’annata 2023, ma anche nelle stagioni precedenti -, fatica nella prevenzione dei danni in modo cronico. L’azione di riparazione avviene – se avviene – troppo spesso a posteriori, talvolta nemmeno in modo efficace, ma come “toppa” mal cucita. È chiaro che non si chiede di prevedere l’impossibile, ma di alzare la voce più spesso. All’interno degli uffici parigini, è probabile che più volte si sia pensato ad azioni sensate da adottare in anticipo, senza però il coraggio di porle in essere; e qui veniamo al secondo problema: la sottomissione a Liberty.
Liberty media, ormai, ha il monopolio su ogni aspetto della classe regina. Troppo spesso si scommette sulla salute degli sportivi in favore dello spettacolo. E se dall’altra parte ci sono un’associazione piloti che non viene mai ascoltata, e una federazione cui viene attribuito scarso potere decisionale, il castello crolla. La cosa peggiore è che non c’è luce in fondo al tunnel visti gli scopi perseguiti dai sovrani dello sport. Non stupirebbe vedere in futuro un organo decisore incorporato nell’organico di Liberty o chi per lei. Se non si considera la separazione formale dei due organi, nei fatti, tutto ciò sembra già realtà.