Dopo la pausa estiva, per la Ferrari la musica è sempre la stessa
Tante promesse alla vigilia che finiscono per essere disattese di nuovo. Oggi come in Ungheria un mese fa. E come a Budapest, la Ferrari doveva approfittare della partenza di Verstappen da centro gruppo e non l’ha fatto. Oggi, però, si è avuta l’impressione che la F1-75, forse per la prima volta in questa dolceamara stagione, fosse palesemente più lenta della RB18.
Ieri Verstappen è stato il più veloce in qualifica staccando Sainz di 7 decimi e oggi Leclerc è riuscito ad arrivare a solo 6 decimi dal giro veloce dell’olandese. Lasciando da parte per un attimo la gara di Sainz che, come sottolineato da lui stesso nelle dichiarazioni dopo il Gran Premio, ha fatto tutto il possibile artigliando un podio, concentriamoci sulla gara di Leclerc.
La sfortuna di Leclerc
Il monegasco partiva dalla quindicesima posizione per una penalità e al primo giro è stato bravo ad evitare gli incidenti e a risalire fino alla nona piazza. Di lì a poco, però, la sua gara si è messa subito in salita. In una sfortunatissima reazione a catena, l’olio che fuoriusciva dalla W13 di Hamilton ha sporcato la visiera tear-off di Verstappen, costretto a sbarazzarsene al più presto.
Questo piccolo pezzo di plastica, insignificante se confrontato con le dimensioni di un’intera monoposto, è finito proprio dentro alla F1-75 di Leclerc e ha costretto il monegasco ad effettuare una sosta anticipata per permettere ai meccanici di rimuovere l’ospite indesiderato.
Dopodiché Leclerc ha dovuto iniziare la seconda rimonta della giornata in pochi giri, mentre Verstappen viaggiava comodamente una decina di posizioni più avanti. Arrivato fino a ridosso del podio, in quarta posizione, è stato però costretto ad arrendersi a un arrembante Russell e alla sua Mercedes, rinata rispetto alla disastrosa qualifica di ieri.
Come se non bastasse, gli strateghi Ferrari hanno voluto sacrificare una comunque buona P5 per rubare il punto del giro veloce al rivale diretto Verstappen. Senza però accorgersi che Alonso era, come dicono oltremanica, too close for comfort e ha passato la Ferrari numero 16, che si è così vista costretta a buttare all’aria le ambizioni di giro veloce per poter riprendersi la posizone.
Archiviare il 2022 e pensare a un migliore 2023
Ma la sfortuna non finisce qui: per effettuare il pitstop (tra l’altro dopo aver insistito per rimanere fuori), Leclerc ha sforato il limite di velocità in pitlane ed è stato retrocesso in sesta piazza. Morale della storia: anziché sprecare energie in ambizioni impossibili di rimonta mondiale, la Ferrari dovrebbe cercare di vedere ogni gara come un mondo a sé stante e cercare di ottimizzare ogni singolo risultato, senza rischiare strategie azzardate né fare conti in ottica mondiale.
Entrambi i titoli sono ormai persi, volati in terra anglo-austriaca, dai rivali bibitari che tanto male avevano iniziato il campionato e ora invece hanno rimontato a suon di doppiette. Basta pensare a fare come Vettel nel 2013, a vincere tutte le gare dopo la pausa estiva. A Maranello bisogna fare come Rosberg nel 2015: accettare che il mondiale è sfumato e finire l’anno nel migliore dei modi, ponendo le basi per il dominio dell’anno successivo.