Non è stato di certo un fine settimana spumeggiante, ma neanche così disastroso. La Ferrari saluta il GP del Giappone con il quarto posto di Leclerc e il sesto di Sainz. Un risultato che permette alla Rossa di guadagnare quattro punti a discapito della Mercedes per la seconda piazza nei costruttori, da considerare – ancor di più a seguito della vittoria del titolo di Red Bull – il vero obiettivo stagionale.
Ferrari, in Giappone Leclerc non poteva fare di più
Dal GP del Giappone Ferrari dimostra che il lavoro svolto durante la stagione sulla SF-23 non solo c’è stato, ma è anche efficace. La grande paura del degrado gomme non ha più colpito la vettura, con Leclerc che nel post gara ha commentato: “Problemi di degrado? No, su questa pista non ne abbiamo avuto per tutto il weekend”. Una notizia che ha fatto la differenza per permettere al monegasco di restare al quarto posto in classifica, anche perché più di così non si poteva evidentemente fare. Per quanto il problema degrado, infatti, sia molto meno presente, la Ferrari in Giappone non ha centrato il podio non per errori di strategia o dei piloti, ma semplicemente perché la SF-23, rispetto alla McLaren, non ne aveva. La Rossa girava in media +0.5s dal team della papaya, vera seconda forza in pista per l’intero weekend.
Sainz sesto: gara non perfetta
Se per Leclerc l’andamento della gara è andato tutto per il verso giusto, il discorso su Sainz è diverso. Lo spagnolo era riuscito – a seguito dei disastri commessi da Perez, costretto al ritiro – a salire in quinta posizione. A fregare il pilota spagnolo è stato Lewis Hamilton che al giro 34 ha scelto di rientrare ai box, eseguendo l’undercut nei suoi confronti. Sainz, appena saputa la notizia, non ha voluto rispondere immediatamente al pilota Mercedes, ma lo ha fatto dopo quattro giri, perdendo definitivamente la posizione. Una decisione che Sainz ha voluto spiegare così: “Ho provato ad allungare il mio stint per avere gomme migliori alla fine e ho spinto al massimo per ricucire il divario con la Mercedes. Purtroppo, oggi la gara per me è stata un paio di giri troppo breve”.
L’unica pecca della domenica
Una scelta, quella di Sainz, che alla fine non lo ha premiato, senza dimenticare il suo: “Sono stato un po’ sacrificato” ammesso nel post GP. Un’affermazione poco consona al momento Ferrari, che ha un unico grande obiettivo: raggiungere la seconda piazza nei costruttori e, per farlo, avrà bisogno di entrambi i piloti, senza, come magari certe dichiarazioni posso far pensare, sacrificarne uno in ogni gara.