Nei titoli più sofferti da parte della Red Bull (vedi il 2021), il team di Milton Keynes si è sempre mosso per spingere la FIA ad effettuare controlli sulle vetture rivali. Se nella stagione della lotta con Hamilton la lotta politica è stata infiammante quanto quella in pista, quest’anno non si può dire le scuderie si stiano risparmiando. Nella settimana che portava al GP del Brasile, proprio i campioni costruttori in carica avevano chiesto degli accertamenti alla Federazione sulla monoposto della McLaren. Secondo Red Bull, il team inglese starebbe sfruttando un sistema che bagna le gomme raffreddandole.
Red Bull sicura, ma la FIA non trova ancora prove
Lo spargere millilitri di acqua sulle gomme è un trucchetto che la stessa scuderia austriaca usava in passato. Su questo argomento, la FIA era stata molto chiara emanando una direttiva tecnica mirata sull’accaduto. Ingegneri che erano a conoscenza di questa pratica sono passati da Milton Keynes a Woking. La Red Bull avrebbe quindi il sentore che siano stati proprio loro a parlare di questo marchingegno. Gli stessi che hanno fatto notare anche il sistema t-tray della RB20. I controlli su questo aspetto da parte della società di Ginevra si sono inaspriti ma, come fatto notare da Mario Isola, non è possibile andare a controllare i sistemi delle gare precedenti. L’unica via sarebbe controllare i livelli di umidità degli pneumatici. Ovviamente McLaren nega tutto, indicando gli aggiornamenti nel corso della stagione come la via che ha portato ad avere la vettura (sulla carta) più forte. La FIA al momento non ha le prove per dimostrare l’irregolarità della vettura britannica. Ma senza dubbio, questa non sarà l’ultima volta che sentiremo parlare dell’argomento,