Durante le qualifiche del Gran Premio della Cina, nel Q2 Carlos Sainz dopo aver perso la monoposto sul cordolo dell’ultima curva ed essere finito in ghiaia è scivolato fino alle barriere presenti sul rettilineo di partenza. Un incidente che ha comportato una bandiera rossa, ma dal quale lo spagnolo è riuscito a rimanerne illeso, così come la SF-24, che è ripartita dopo circa un minuto. Sainz è quindi riuscito a concludere la sessione e a rimanere in lotta nel Q3, concludendo la qualifica in settima posizione. Un risultato che seppur deludente, è stato contestato dall’Aston Martin che, impugnato il regolamento, ha richiesto l’esclusione dello spagnolo dalla sessione. Vediamo il motivo di questa contestazione dell’Aston Martin nei confronti di Sainz ma soprattutto la decisione della FIA.
Le motivazioni della contestazione dell’Aston Martin verso Sainz
La protesta dell’Aston Martin fa riferimento all’articolo 39.6 del regolamento sportivo, da cui si evince che: “Il pilota la cui vettura si fermi in pista durante la sessione di qualifiche o lo sprint shootout non sarà autorizzato a partecipare ulteriormente a quella sessione”. Carlos Sainz si è fermato ma dopo l’incidente è riuscito a ripartire, a rientrare ai box per le riparazioni e a riprendere le qualifiche una volta tolta la bandiera rossa. In questo caso ci sono un paio di cose di cui tenere conto:
- il fatto che nei monitor dei tempi Sainz è apparso come “STOP” perché si è fermato in pista a causa della bandiera rossa
- il fatto che si sia effettivamente fermato in pista. Il pilota spagnolo dai video non sembra essersi fermato in pista quanto piuttosto sull’erba.
- il fatto che poi sia ripartito dopo un reset dei sistemi
- l’eventuale penalità per questa cosa dato che la FIA può decidere che tipo di penalità dare e se togliere il tempo del Q2 e quindi rilegarlo alla P15 o se spedirlo direttamente in P20.
La vera motivazione sembra però essere di natura più personale, dal momento che la Sprint di Fernando Alonso è stata compromessa dall’incidente con Sainz. Lo spagnolo dell’Aston Martin si è infatti dovuto ritirare a seguito di una foratura. Inoltre la FIA gli ha combinato una penalità di 10 secondi, togliendogli 3 punti sulla super licenza. Evidentemente questa decisione non è stata digerita dal team che ha voluto “vendicarsi” portando il caso di Sainz in qualifica all’attenzione dei commissari.
La decisione della FIA, nessuna penalità a Sainz
Dopo aver ascoltato entrambe le parti, con rappresentanti di entrambi i team, Aston Martin e Ferrari la FIA ha comunicato la propria decisione: “È chiaro che il testo dell’art. 39.6 suggerisce che finché una vettura si “ferma” in pista durante una sessione di qualifiche, non deve essere autorizzata a partecipare ulteriormente alla sessione. Tuttavia, dagli esempi citati da alcuni team manager presenti e dalla FIA, è emerso chiaramente che questa regola non è stata applicata in passato. Fintanto che la vettura è in grado di ripartire e continuare da una posizione di arresto entro un tempo ragionevole, ciò è normalmente consentito.”
Il tempo tipico è di circa 30 secondi, anche se varia a seconda delle circostanze. I team stessi hanno dichiarato di aver tentato in precedenza di concordare quello che consideravano un tempo ragionevole prima che una vettura fosse considerata “ferma“. Purtroppo, non sono riusciti a trovare un accordo definitivo sul tempo massimo consentito. In assenza di indicazioni chiare nei regolamenti o di una prassi concordata e consolidata che stabilisca quando un tempo troppo lungo è troppo lungo, abbiamo ritenuto che questa fosse una discrezionalità meglio lasciata alla direzione gara. Abbiamo preso in considerazione gli esempi del Canada, di Monaco e di Baku, dove le vetture si erano “fermate” (e quindi avrebbero violato l’articolo 39.6). Ma è stato permesso loro di continuare a prendere parte alla sessione, senza che i team si lamentassero.”
Sainz tiene dunque la settima posizione conquistata in qualifica.