Nel weekend del GP del Brasile, la Red Bull ha sollevato il sospetto che la McLaren, tra gli altri team, potesse utilizzare una strategia al limite del regolamento per raffreddare le gomme, aggiungendo piccole quantità d’acqua tramite le valvole. Questa tecnica avrebbe aiutato a mantenere le gomme a una temperatura ottimale, soprattutto in condizioni critiche di surriscaldamento, come quelle incontrate durante la stagione 2024.
La risposta della FIA: nessuna prova evidente
In seguito alle accuse, la FIA ha condotto un’ispezione accurata durante il fine settimana del Brasile, controllando pneumatici e cerchioni delle vetture. Secondo un rapporto di Motorsport.com, l’organo di governo non ha trovato tracce di “umidità extra” che potessero avvalorare i sospetti della Red Bull. Tuttavia, Mario Isola, responsabile Pirelli, ha sottolineato quanto sia difficile individuare una pratica del genere, aumentando il clima di incertezza e dubbi nel paddock.
“Non abbiamo trovato anomalie,” ha dichiarato Isola. “Ma bisogna essere onesti: se qualcuno decidesse di sfruttare una tecnica simile, non sarebbe facile da rilevare con gli strumenti attuali.” Questa affermazione non ha fatto altro che alimentare ulteriormente le speculazioni nel paddock, dove la tensione tra i team continua a crescere.
Il sospetto nato a Singapore
Le accuse della Red Bull non sono nuove: i primi sospetti risalgono al GP di Singapore, dove Lando Norris ha dominato dalla pole position, distaccando Verstappen di oltre 20 secondi. Dopo quella gara, si parlava di possibili tracce di acqua e filigrane trovate all’interno di alcuni cerchioni delle gomme presso la base Pirelli, alimentando le speculazioni su una possibile manipolazione termica delle gomme da parte della McLaren.
“Non abbiamo trovato anomalie,” ha dichiarato Isola. “Ma bisogna essere onesti: se qualcuno decidesse di sfruttare una tecnica simile, non sarebbe facile da rilevare con gli strumenti attuali.” Questa affermazione non ha fatto altro che alimentare ulteriormente le speculazioni nel paddock, dove la tensione tra i team continua a crescere.
La battaglia fuori pista tra Red Bull e McLaren si infiamma
Le accuse della Red Bull rappresentano solo l’ultimo capitolo di una stagione caratterizzata da continui scontri e sospetti tra i top team. La rivalità tra Red Bull e McLaren è diventata uno dei temi principali della seconda metà del campionato. Dopo il caso “mini-DRS”, che ha costretto la McLaren a modificare la sua gamma di ali posteriori, e il controverso “bibgate” che ha coinvolto la Red Bull negli Stati Uniti, il sospetto di un trucco per il raffreddamento degli pneumatici aggiunge un ulteriore strato di polemica a un campionato già infuocato.
Nel frattempo, sul fronte piloti, Max Verstappen ha messo praticamente in cassaforte il suo quarto titolo mondiale con la vittoria in Brasile, una prestazione straordinaria che lo ha visto risalire dalla P17 fino alla P1. Il successo a Interlagos ha interrotto una serie di 10 gare senza vittorie per l’olandese, confermando la sua leadership indiscussa e mettendo fine a qualsiasi dubbio sulla sua superiorità. Con tre gare ancora da disputare, Verstappen ha ormai un vantaggio di 62 punti su Lando Norris, una distanza che sembra incolmabile per il pilota McLaren.
Tuttavia, se da un lato Verstappen ha dominato la scena, dall’altro Red Bull non è riuscita a mantenere lo stesso livello di competitività nel campionato costruttori, scivolando al terzo posto dietro McLaren e Ferrari. Questo ha aggiunto ulteriore pressione al team di Milton Keynes, che si è visto costretto a cercare risposte anche fuori dalla pista, sollevando dubbi e accuse verso i rivali. La lotta per il titolo costruttori è ancora aperta, e le ultime tre gare della stagione si preannunciano decisive non solo per il prestigio, ma anche per le risorse economiche legate ai premi del campionato.