Quando si tratta di Max Verstappen, le polemiche sono dietro l’angolo. Dopo un Gran Premio del Messico infuocato, in cui il tre volte campione del mondo è stato penalizzato per due manovre aggressive su Lando Norris, è stato il padre Jos Verstappen a scendere in campo. E, come sempre, le sue parole non sono passate inosservate. L’ex pilota di Formula 1 ha difeso senza esitazioni la condotta del figlio, sostenendo che Max ha il diritto di guidare come meglio crede, accusando piuttosto la FIA di ostacolarlo volutamente per via di vecchi rancori.
La difesa di Jos Verstappen dopo il Messico: “Max deve fare di tutto per vincere”
A seguito dei contatti tra Verstappen e Norris in curva 4 e curva 8, che hanno causato il totale di 20 secondi di penalità, Jos Verstappen ha commentato la situazione a De Telegraaf, ammettendo che forse il secondo intervento del figlio è stato eccessivo ma ribadendo la necessità di un approccio aggressivo in pista. “Norris ora potrebbe pensare ancora di più: ‘Devo stare attento’,” ha affermato Jos. “Se guardiamo alle azioni di domenica, nel secondo episodio Max potrebbe essere stato esagerato. Ma dobbiamo considerare le circostanze: Max deve guidare così perché la macchina non è abbastanza buona, e lui sta facendo tutto il possibile per conquistare il titolo.”

Attacco agli steward e accuse di conflitto di interessi
Oltre alla difesa del figlio, Jos Verstappen ha mosso pesanti critiche alla FIA, mettendo in discussione la selezione dei commissari di gara. “La FIA dovrebbe esaminare con attenzione il personale degli steward, e valutare se esista un’apparenza di conflitto di interessi,” ha dichiarato l’ex pilota. Facendo allusioni alla possibilità che alcuni steward possano avere più simpatia per alcuni piloti rispetto ad altri. Il riferimento, seppur indiretto, sembra essere rivolto a Johnny Herbert, tra i commissari in Messico e collega di Jos negli anni passati.
Max Verstappen tra pressioni e penalità
Nonostante le penalità, Max Verstappen continua a mostrarsi determinato e imperturbabile. Convinto della sua strategia di gara anche in un campionato in cui la Red Bull è costretta ad inseguire e a limitare i danni. Per lui, adattarsi a un’auto meno competitiva rispetto agli anni passati richiede un approccio diretto e deciso in pista. Una scelta che, per ora, pare intenzionato a mantenere.