A Singapore Nico Hulkenberg ha tagliato il traguardo in 9° posizione, guadagnando due punti per sé e la Haas. Si è trattata dell’ennesima grande prestazione di un pilota che, troppo spesso, passa inosservato, probabilmente anche per l’assenza nel suo palmares di podi e vittorie. Hulkenberg, però, vede all’orizzonte un’altra importante occasione in Formula 1: il suo futuro in Audi.
Nico Hulkenberg e quell’occasione persa in Brasile nel 2012
Interlagos 2012. Nico Hulkenberg parte settimo a bordo della sua Force India bianca e decorata con filamenti verdi e arancioni. È stata una stagione tutto sommato positiva: 58 punti conquistati imponendosi su Paul Di Resta, buon pilota e suo compagno di squadra. Del resto gli obiettivi al tempo, come oggi, non è che fossero ambiziosi. Hulkenberg e Force India passavano le gare lottando a centro gruppo, cercando di imporsi sulle scuderie del loro stesso livello. E così, anche per quella domenica brasiliana, si pronosticava una gara da sgomitate a centro gruppo. Ogni cosa come da pronostico, almeno all’inizio, se non fosse che il circuito di Interlagos tra i suoi continui sali e scendi nasconda quella maliziosissima facoltà di poter ribaltare il tavolo con tutte le carte già sopra apparecchiate. Insomma, tutto può accadere.
Infatti, sul circuito di San Paolo, il meteo si dimostra tutt’altro che clemente. Quando la pioggia arriva, in molti si fermano per montare le gomme intermedie, mentre Nico Hulkenberg rimane fuori con le slick, prendendosi la testa della corsa al 19° giro sorpassando Jenson Button su McLaren. Il tedesco rimarrà primo fino al 48° giro, quando per via di un errore sarà costretto a cedere il passo a Lewis Hamilton. Ma Hulkenberg non si arrende, alla 55° tornata tenta di riprendersi la prima posizione con una staccata in fondo al rettilineo principale. Il sorpasso su Hamilton sembra stia riuscendo, ma lo spostarsi fuori traiettoria in condizioni umide gli fa perdere il posteriore della monoposto, andando a contatto con l’inglese della McLaren. Nonostante tutto, il pilota Force India concluderà la gara al quinto posto.
Buona fin qui la stagione 2024: a Singapore la rivincita su Sergio Perez
Un’impresa sfiorata, passata in sordina in quanto i riflettori quel giorno sono stati tutti per la lotta mondiale tra Vettel e Alonso. In silenzio, Nico, ha portato avanti la sua carriera anche negli anni successivi, guidando sempre per scuderie modeste, ma capitalizzando tutto ciò che gli era possibile, andando anche oltre nelle giuste circostanze. Inoltre, non è mai stato un compagno di squadra facile da battere. Chiedete pure a Sainz, che nel 2018 gli finì alle spalle in classifica piloti, quando entrambi erano in Renault. Infatti, il tedesco ha perso la lotta interna al proprio team solamente quattro volte in undici stagioni. Tante poi le scuderie girate, dimostrando una buona capacità di adattamento: dalla Williams alla Haas, passando per Force India, Sauber e Renault. In tutte, fin dal primo anno quando riuscì a conquistare una Pole in Williams nel 2010, Nico Hulkenberg ha sempre lasciato un buon ricordo di sé, conquistando punti molto importanti per delle scuderie di centro gruppo.
E così sono passati gli anni, le stagioni e ben 238 gran premi. L’ultimo, a Singapore, ha visto Hulkenberg arrivare 9° al traguardo, tenendo alle sue spalle la Red Bull di Sergio Perez per tutto il secondo stint. Non è nemmeno la prima volta che accade. Infatti, già nello scorso GP d’Austria il tedesco aveva avuto la meglio sul messicano. Ironia della sorte, Perez è stato il pilota su cui Red Bull scelse di puntare a fine 2020, preferendolo proprio a Hulkenberg. Quest’ultimo, con la gara di domenica scorsa, ha agganciato Lance Stroll al decimo posto nella classifica piloti, portando così la Haas a tre punti dalla Racing Bulls, che attualmente occupa la sesta casella nel costruttori. Risultati importanti, soprattutto se paragonati a quelli della scorsa stagione, terminata in ultima posizione con soli dodici punti.

Una carriera lunga e complicata: il valore di Hulkenberg oltre le statistiche
Chissà come sarebbe stata la carriera di Nico Hulkenberg se non avesse perso il posteriore della sua Force India quel giorno ad Interlagos. Magari, quel contatto che ebbe nel 2014 con la Ferrari, si sarebbe concretizzato. Invece no, quella fu la sua più grande occasione per afferrare quella vittoria e quel podio che mai sono arrivati, pur avendo sempre nutrito grande confidenza nei loro confronti in tutte le altre categorie in cui ha corso. La Formula BMW, la Formula 3 Series, la GP2, la folkloristica A1 Grand Prix. Tutti campionati vinti, ai quali bisogna aggiungere il grande successo ottenuto alla 24 ore di Le Mans nel 2015. a bordo di una Porsche 919 Hybrid.
Forse però, è sbagliato giudicare l’impegno di un pilota, soprattutto in Formula 1, soltanto basandosi sul numero di trofei alzati. Anche perché, se così fosse, Hulkenberg non dovrebbe nemmeno più essere presente nel Circus. Ma questo è probabilmente il problema degli uomini, sempre pronti a misurare ed etichettare, non tenendo conto di ciò che difficilmente può essere contenuto in una bacheca: la passione, la voglia di migliorarsi e la tenacia di non arrendersi mai. Hulkenberg è tutte queste cose, alle quali si aggiunge il fatto che si è sempre dimostrato un pilota solido, costante e molto veloce in qualifica, con una guida precisa e poco avvezza agli errori.
Alla fine arriva Audi: una meritata grande occasione
Per fortuna però, nonostante questo suo essere prezioso in silenzio, delle sue qualità si è accorta Audi, che lo ha messo sotto contratto nel 2026, dopo un anno di purgatorio a bordo della Sauber. Infatti, il 2025 sarà probabilmente l’ennesimo anno complicato per Hulkenberg, nella speranza che Audi si presenti in griglia con una vettura abbastanza competitiva. Non sarà facile, certo, ma l’incognita dovuta ai nuovi regolamenti, sommata agli investimenti importanti e alla grande esperienza nel campo delle corse offerta dal marchio tedesco, saranno certo una grande opportunità per far vedere a tutti, ancora una volta, di che pasta si è fatti.
Intanto però, godiamoci le prestazioni di Hulkenberg sulla sua Haas, che rispetto lo scorso anno pare migliorata, pur rimanendo meno competitiva sul passo gara rispetto al giro secco in qualifica. Godiamocele senza soffermarsi sul suo passato e la sua bacheca vuota. Infatti, ognuno ha le sue battaglie: Verstappen contro Norris, Norris contro Leclerc e Hulkenberg contro tutti, senza paura. Perché pur se non inquadrato spesso, pur non lottando per piazzamenti importanti, avremmo sempre la certezza che Nico scenderà in pista per fare il possibile e oltre. Per questo sarà bello continuare a vederlo guidare, perché le battaglie degli altri, se pur diverse, non hanno meno valore di quelle che più vengono portate sotto i riflettori. Nella Formula 1, nella storia, nella vita.